Votes taken by **stone**

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    Anch'io avviso che sarò parecchio latitante fino il 20, non so se riuscirò a connettermi fino quel giorno; poi credo che di sicuro dal 20 al 25 non ci riuscirò che mi fiondo ad Amstergas, al massimo proverò a farvi qualche salutino in tag in completa lucidità xD
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    Ciao Roberto e si vede che le odi per davvero xD Comunque dai, il dono della sintesi è molto importante; alla fine l'importante è capirsi e dire le cose giuste.
    Io sono Paolo, buona permanenza viaggiatore!
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    E
    ssere da sola o in compagnia, per R. Alice, non fa una grande differenza. Anzi, non la fa affatto. Sarebbe in grado di fare e dire le medesime cose sia se fosse sola all'interno della sua abitazione; così come nel luogo più affollato che si riesca ad immaginare, come ad esempio il grande spazioporto di Bay City. Forse questo poteva essere un pregio per lei. Un punto di forza. Il riuscire a liberarsi dai vincoli delle catene dati dal riflette su ciò che gli altri possano pensare di te, potrebbe essere la più grande vittoria per un essere umano. La cosa più vicina alla libertà. E, forse, il fatto che tale cosa sia riuscita tanto bene ad un Replicante, potrebbe essere emblematica. Forse essere programmati da un pc ed il dover rispettare rigide regole era la cosa che più odorava di libertà? E questa sua assoluta mancanza di freni inibitori, di remore di comportamento, o, perché no, di educazione fu subito quanto mai lampante per tutti gli agenti che affollavano la casa, fin dal primo momento che, con il suo delicato piedino metallico dentro una scarpetta bianca lucida, varcò la soglia di ingresso. A partire proprio da quel piedino. Dal suo bizzarro modo di vestirsi. Di certo non era consono in una casa dove si era appena consumato un omicidio. Di certo non era consono ad un Blade Runner. Di certo non era consono per qualcuno che voleva dare una impressione professionale e seria di se. Ma tutti quei discorsi lei non li afferrava. Le convenzioni sociali, la moralità, il saper vivere come concerne ad un buon essere umano; erano tutti discorsi lontani anni luce dal suo essere. Oltre la funzionalità delle cose ed al suo fine ultimo, non vedeva altro di importante; tutto il resto erano solo sfumature, che voleva dipingere come le passavano per la mente. Proprio come voleva ridipingere le sue scarpe quando le sporcò con il sangue. Quelle macchie e linee rosse sulle sue lucide calzature non erano altro che un'eccezione del suo codice che doveva essere gestita; un fottutissmo 2 in mezzo alla sua algebra binaria; un terzo valore della sua variabile booleana. Se avesse avuto un po' di tatto, di certo non si sarebbe lasciata scappare quell'imprecazione, né avrebbe messo volontariamente il piede dentro al sangue per sporcarsi in maniera uguale sull'altra scarpa. Come se non avesse già troppe attenzioni e sguardi addosso, per il suo essere un Replicante.
    Cosa che però continuava a tornarle utile ed aiutarla in ogni momento. Era stata programmata con giudizio ed in maniera oculata. Per determinati tipi di lavori sembrava essere la candidata perfetta, dato che sembrava cacciare assi dalla manica e non solo. Quella volta fu il turno della lingua e dei suoi sensori chimici. Ne aveva di sensibilissimi, e moltissimi dati nel suo database; riscontrare per lei una specie chimica non presente in archivio sarebbe stato davvero difficile. I risultati furono davvero interessati: da buon alcolizzato nel caffè del signor Moore c'erano evidenti tracce di alcol. Probabilmente gli piaceva un caffè decisamente più strong del normale. Soprattutto considerando anche cos'altro ci fosse nel liquido. Sembrava essere il liquido di raffinazione per qualche tipologia di droga, i componenti c'erano tutti, la soluzione era particolarmente acida e sarebbe potuta essere usata anche per altro. Da ciò che trovò all'interno della macchinetta poteva esserci anche la spiegazione per la spiccata vena violenta del signor Moore. Alcune di quelle sostanze erano psicoattive, andandosi a legare con alcuni recettori all'interno del cervello. Il Replicante chiuse nuovamente il coperchio e tentò di analizzare al meglio la macchinetta girandosela tra le mani e cercando di capire quali elementi circuitali e componenti elettronici vi fossero, in modo da riuscire a capire se quella fosse realmente una comune macchinetta, che veniva usata come recipiente per quell'intruglio, oppure se era quella che veniva usata per raffinare e tagliare al meglio il liquido. Poteva essere un modo per capire se il Signor Moore facesse parte di un giro di droga come membro attivo della comunità illegale, oppure fosse solo un compratore. Dati tutti i libri di elettronica e robotica che c'erano in giro, il fatto che s'intendesse anche di piccole raffinerie e laboratori chimici non sarebbe, poi, dovuto essere così sorprendente. Se fosse dovuto essere vero, quasi fortuitamente, la Replicante sarebbe potuta incappare in qualche membro di una banda; e quindi in un giro più grande di un singolo omicidio.
    Omicidio, che pian piano iniziava a delinearsi e diventare sempre più chiaro. C'era una mensola rotta, e stando alla posizione del cadavere con tutta probabilità era stato proprio il peso morto a farla cadere. Forse ci era finito contro in seguito alla colluttazione. Alla fine la fisica era d'aiuto in quelle circostanze, stando alla posizione del corpo e dei pezzi rotti era plausibile che le cose fossero collegate. I pezzi sembravano essere disposti a V verso la testa del cadavere del signor Moore, e poi aveva anche alcuni piccoli pezzi che si vedevano comparire da sotto. Mentre alzò lo sguardo dal pavimento, notò una rigata di sangue sulla parete. Il colore sembrava essere leggermente differente da quello che era riversato in terra. Forse perché in terra ce n'era una grande quantità ed il colore sembrava essere diverso, forse perché si era mischiato il sangue venoso con quello arterioso; forse a causa del tappeto rosa che c'era sotto. Prese una goccia di sangue dalla parete e la analizzò sulla lingua. Poi si abbassò sul pavimento e fece lo stesso con il liquido ematico riversatoci sopra. I due riscontri furono differenti. E dato che quello in terra era del signor Moore, e che l'altro essere umano in casa fosse la figlia, il sangue sulla parete doveva essere il suo. Forse il padre preso da un raptus di violenza l'aveva ferita. Forse, la bambina aveva perso le staffe e colpito il padre con il coltello, facendolo cadere contro le mensole. Ma poi, un altro particolare saltò alla sua attenzione. Una chiazza di sangue blu in terra. Era palesemente il liquido che refrigerante e che raccoglie gli scarti dei processi elettrochimici all'interno di un Deviante. Ed in quella casa ce c'era soltanto uno, la fuggitiva. Quindi sia lei che la bambina dovevano essere feriti. Questo forse le avrebbe rallentate, forse le avrebbe rese più riconoscibili rispetto agli altri. Andò verso il bagno, con lo scopo di cercare qualcosa che potesse farle pensare ad una medicazione appena fatta. Qualche garza, cerotto, ovatta, spray medicante. Qualsiasi cosa potesse provare che era appena stata effettuata una cura frettolosa. Altrimenti la cosa poteva essere ben più grave che una semplice caccia all'uomo; poteva essere una corsa contro il tempo prima che potesse accadere qualcosa alle due. La perdita di troppo liquido ai circuiti di un Replicante di certo non faceva bene, poteva portare a malfunzionamenti, a surriscaldamenti o molti alti fenomeni. Mentre si sapeva quanto potesse essere pericolo il contatto con il sangue umano. Le due che avevano lasciato la casa potevano essere una bomba ad orologeria per l'intera città.
    Il totale disagio di R. Alice rispetto la comunità che la circonda, saltò fuori totalmente nella sua discussione con il detective che stava lavorando al caso. I loro scambi di battute furono quasi surreali, dati dalle risposte strambe del robot. Risposte strambe, ma che potevano essere viste come fuori luogo; ma non del tutto sbagliate. Se solo avesse imparato a parlare e cosa dire e cosa no in determinate occasioni, sarebbe potuta essere più facilmente scambiata per umano. Od anche solo accettata da coloro che aveva di fianco. Ma, per quanto il suo sistema riuscisse ad apprendere e trarre conclusioni da ciò che la circondava; questo aspetto sembrava non riuscire a comprenderlo. Anche perché non violava alcuna legge o non andava contro alcun paradigma. Forse era questa la cosa fondamentale; forse per questo non riusciva a trovarne l'errore «Anche voi avete un ingegnere? A quanto pare non è efficiente quanto i nostri...» Disse freddamente mentre lo guardava diritto negli occhi, senza quasi trasparire emozione alcuna. Quando poi il detective finì di parlare «E quindi le bambine non sanno o non possono salire su sedie?» alzò poi un dito, guardandolo di sbieco «Non è che ci voglia poi così tanta forza per perforarvi...» Passò poi lo sguardo sul detective «Soprattutto con la giusta lama. Non crede? Vorrebbe fare un esperimento?» disse, non come una minaccia, ma con la serietà di chi proponesse un esperimento al più curioso degli scienziati. Non riusciva ad uscire dai suoi schemi preimpostati così tanto facilmente, credere che un Deviante potesse infrangere le Leggi della Robotica per lei era quasi impossibile. Forse R. Marcy era indaffarata, vide i due umani litigare e si fiondò su di loro per dividerli; ma l'uomo morì per sbaglio dato il suo essere fatto di un fisico molle. Una volta scoperto che la signora Moore fosse del Canada, di Toronto, precisamente; il Deviante girò i tacchi e si avviò verso la sua M0-T0 senza salutare od avvisare nessuno. Di fatti sentì lievemente la voce del detective raggiungerla nei sensori sonori; ma non recepì bene cosa stesse dicendo dato che era lontana, né si girò o tornò indietro per capire di cosa stesse blaterando.
    Durante il tragitto verso Middletown, cercò informazioni nella rete, impostando il pilota automatico riferito alla destinazione che aveva impostato. Cercò nei database della stazione di Miiddletown e di tutte le stazioni più vicine nel raggio di svariati chilometri un biglietto a nome della signora Moore, ma non trovò nulla. La cosa sembrava essere strana. Che fosse davvero morta? R. Marcy voleva portare la bambina dai nonni o da qualche parente di sangue della madre? Oppure aveva lasciato il paese e raggiunto la sua nazione di origine in altro modo? Così provò a cercare il nominativo di Penelope Moore anche per biglietti riferiti a velivoli o mezzi via mare. Se fosse ancora viva, avrebbe potuto raggiungere la sua città solo in quel modo. R. Alice non avrebbe trovato nulla solo in due prospettive: che la signora avesse raggiunto Toronto a piedi o che fosse morta.
    Non appena arrivò alla stazione, dato che c'era ancora un po' di tempo prima dell'orario di partenza c'era ancora un po' di tempo; quindi iniziò ad elaborare un modo per trovare le fuggitive. Il luogo della caccia era particolarmente vasto e doveva perlustrarlo e setaccialo da sola, non avendo alcun partner. Quindi capì che doveva farsi aiutare in qualche modo, e la sicurezza della stazione sembrava essere la cosa più adatta a farlo; d'altronde non erano altro che la versione scarsa e povera della polizia. Quindi avrebbe potuto usare loro per setacciare al meglio il luogo. Con molta facilità s'introdusse nel sistema di comunicazione, alla fine doveva solo trovare le frequenze su cui viaggiavano le comunicazioni della sorveglianza; trovò rapidamente la portante e la modulante. Non doveva fare altro che inserirsi all'interno; come creare un piccolo canale che arrivasse all'interno del fiume. Non appena fu certa di essere sulla frequenza radio giusta, fece il suo discorso di apertura. Ma quasi non ebbe risposte, silenzio per una manciata di secondi; poi voci che non sembravano per nulla felici di sentirla e che iniziarono ad dirne di tutti i colori; ed anzi la situazione sembrò ribaltarsi. Gli umani, la loro diffidenza ed il loro cervello dannatamente limitato. Se quella comunicazione fosse stata fatta nelle orecchie di un Replicante, questi avrebbe accettato ed eseguito gli ordini subito. Si fermò, in mezzo alla stazione; mentre una moltitudine di perone le passava di fianco, ed alcune delle quali le urtò una spalla; ovviamente senza provocarle dolore o senza neanche, quasi riuscire a muovere il suo arto biotronico. Si fermò, mentre cercava le sue routine interne e tutti i processi tentavano di combattere contro il limitato cervello umano e la diffidenza che questi porta con se. Cosa poteva essere più conveniente, portandola ad una completa fiducia da parte di coloro che la stavano ascoltando? Pugno duro, o doveva solo cercare di spiegare nuovamente la situazione? Fortunatamente non dovette arrivare a nessuna conclusione e i suoi processi poterono fermarsi prima di giungere ad una conclusione; dato che riecheggiò la voce del detective nelle sue orecchie. E quindi dovette farlo nelle orecchie di tutti. Forse alla fine non era così inutile e scontato come aveva pensato prima in base a ciò che lo aveva visto fare dentro la casa Moore. Ciò che provò si potrebbe considerare come la copia artificiale della sorpresa. Davvero era stato in grado anch'egli di crackare il sistema di comunicazione ed inserirsi? Oppure aveva lasciato fare il lavoro a qualche hacker nell'ombra ed aveva fatto lui la comparsa in grande stile? Alla fine agli uomini piaceva prendere il merito delle cose che facevano gli altri. Ma nonostante tutto, si sorprese anche perché un umano aveva avuto una brillante idea quanto un Replicante, anche lui aveva pensato che quello fosse il modo migliore per riuscire a beccare le fuggitive? Oppure aveva solo tenuto sotto controllo R. Alice ed era intervenuto per aiutare quell'ammasso di carbonio modificato e disagiato? «Bravi» Disse senza inflessione nella voce, ma sapeva che gli esseri umani occorreva trattarli in quel modo, un complimento ogni tanto li aiutava, li rendeva più felici, aiutava a farli fidare di sé e li rendeva più efficienti; per quanto certe parole fossero solo vuote dette dalla sua bocca; perché dette solo per prassi e per sorta di convenzioni sociali, non perché le pensasse davvero «Ora che avete capito chi comanda, eseguite l'ordine» Disse, senza malizia. Non sottolineò quell'"ora che avete capito chi comanda" per far vedere di essere al di sopra degli altri; ma proprio perché voleva essere sicura che tutti avessero capito chi comandasse da quel momento in poi. Dato che ora, all'intero dei circuiti nel suo cranio metallico, erano i Blade Runner a dirigere le operazioni. E quindi lo era lei. «Le due sospette sono ferite, ripeto, le due sospette sono ferite; quindi occhi aperti. Fate attenzione, il Replicante potrebbe essere, per questo, mal funzionante o pericoloso; anche solo per proteggere la ragazzina. Chiamatemi non appena scoprite qualcosa. Passo.»
    Disse per poi riprendere a camminare.
    Si sarebbe diretta verso la piattaforma da cui sarebbe partito l'imponente nave verso Toronto, con un'alta probabilità di vederle salire; posizionandosi a debita distanza ed avendo la visuale perfetta, mimetizzandosi tra il gran quantitativo di persone che erano presenti in giro. Prima di giungere sulla banchina, passò nei pressi del bagno; probabilmente potevano esserci segni che si trovavano davvero lì in quella stazione. Erano entrambe ferite, quale posto migliore per cercare di riprendersi un po' o cercare di alleviare il dolore; anche solo con un po' di carta umida solla ferita. Ovviamente era un discorso da fare solo per la bambina; dato che R. Marcy non avrebbe sentito alcun dolore ed avrebbe potuto continuare il suo viaggio senza intaccarsi fino a spendersi. Ma se davvero teneva alla bambina, cosa di cui R. Alice era sicura; l'avrebbe di certo aiutata con la sua ferita. Se si fosse trovata nella sua giornata fortunata, nella sua ora fortunata e nel suo minuto fortunato; le avrebbe anche potute trovare lì, intente a sistemarsi e cercare un po' rimettersi in maniera consona per affrontare un viaggio. Nel caso non se le fosse trovate di faccia, avrebbe guardato in giro; ed anche in ogni bagno, se ci fossero segni che testimoniavano il loro passaggio; come ad esempio gocce di sangue, rosso o blu che sia, in terra o pareti o sulle carte nei cestini.
    Dopodiché, se non le avesse trovate fisicamente; sarebbe tornata verso la sua meta diretta. Ovvero la banchina di partenza di quella nave.

    R. Alice

    Replicante, Cacciatore di taglie

    [x] scheda - [x] memo - starring: Melanie Martinez
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    T
    rovare tutte quelle persone accalcate fuori l'abitazione dei Moore fu davvero una piacevole fortuna. Attraverso le bocche dei vicini e di coloro che vivevano in quel quartiere per nulla ospitale ed invogliante si sarebbero potute raccogliere informazioni preziose, che altrimenti non sarebbero mai potute venire a galla. Le notizie più interessanti furono due. La prima: che fosse un violento alcolizzato. Avere una descrizione psicologica della vittima, anche se forse non del tutto vera e comunque davvero molto spicciola e striminzita, poteva essere un buon punto di partenza per far sì che tutti i tasselli vadano al loro posto e che una strada plausibile di come possano essere andati i fatti possa iniziarsi a formare all'interno dei circuiti che componevano il corpo del Replicante. Spesso gli alcolizzati erano inclini alla violenza. Ma solitamente non erano loro a lasciarci le penne. Anche se avesse dovuto alzare le mani sulla sua domestica robotica, questa non avrebbe dovuto rispondere a tali istigazioni. Le fondamentali Leggi della Robotica parlavano chiaro ed in modo assiomatico. L'altra notizia importante fu quella che saltò fuori da una signora con una custodia un po' in là con l'età: secondo lei era stato proprio il signor Moore ad uccidere la moglie. E la cosa poteva essere plausibile e sembrava incastrarsi a pennello con la questione alcolizzato violento. Però possibile che la polizia non ne sapesse niente? Come poteva, una, apparente, vecchina del genere sapere certe cose mentre la Polizia no? La fedina penale del signor Moore era immacolata, altrimenti le sarebbe stato comunicato al momento della notifica di missione che si trattava di un tipo con precedenti. E poi, anche se fosse, la "pista vendetta" sarebbe da escludere a prescindere in ogni caso in quanto un Replicante non dovrebbe essere in grado di ferire un umano. La cosa, comunque, sembrava essere parecchio strana, in quanto tra i dossier della Polizia c'era una denuncia di scomparsa fatta dal signor Moore per sua moglie. Che fosse tutta una messa in scena per crearsi una sorta di alibi, destare i sospetti e far catalizzare le attenzioni da un'altra parte mentre lui in realtà l'aveva fatta fuori?
    Probabilmente chiedere qualche altra cosa alla folla accalcata sarebbe stato inutile, in quanto le loro risposte erano abbastanza schive ed i loro sguardi erano abbastanza diffidenti. Ma per una Replicante capire certe sfaccettature dell'essere umano non è proprio immediato, per quanto avesse scaricati dentro se le principali espressioni e movimenti della comunicazione non verbale. E considerando anche il fatto che, nonostante tutto, qualche riscontro riusciva comunque ad averlo, provò a fare un'ultima domanda; riferendosi direttamente a quella piccola signora che prima le aveva confessato il possibile atroce passato del signor Moore «Sapete se il signor Moore è sempre stato un uomo violento? Ed è sempre stato un bevitore? O le due cose sono collegate? O ha iniziato a bere e diventare violento a seguito di qualche evento particolare della sua vita?»
    La casa era piena di libri. Mai lo avrebbe detto considerando dove era ubicata. Di certo se si pensava a grandi studiosi, lettori e gente che amava passare il proprio tempo con un libro in mano; di certo non si pensava a qualcuno che potesse vivere al primo Livello. Erano comunque una piacevole sorpresa che avrebbero potuto far capire e conoscere qualcosa in più del signor Moore, o comunque di chiunque abitasse in quella casa. Quale cosa meglio del libri che si leggono per far capire qualcosa di sé? R. Alice inizi a prenderne alcuni, fortunatamente non avendo impronte digitali non correva il rischio di corrompere la scena del crimine, ed iniziò a guardarli e sfogliarli. Molti erano di elettronica, automazione, robotica. Tutte cose che le sembravano estremamente interessanti, tutte cose che seguivano rigide leggi e equazioni bilanciate. Avrebbe voluto mandare i codici dei libri per avere un riscontro su chi li avesse presi; ma alla fine non lo fece perché non le avrebbe portato informazioni molto utili; alla fine sapere che quel libro lo avesse preso qualcuno piuttosto che un altro non l'avrebbe aiutata molto per la risoluzione del caso. Continuò a scavare tra i libri, fin quando la sua attenzione fu rapita dalla luce dello schermo del pc dell'uomo. Era ancora acceso. Ed era aperta l'ultima pagina che con tutta probabilità l'uomo ha guardato prima della sua dipartita. Stava scrivendo qualcosa sull'oggetto di fianco al computer. Una strana macchinetta del caffè. Iniziò a leggere rapidamente ciò che l'uomo aveva digitato, con la speranza di trovare qualcosa di utile; od anche per quella che poteva essere vista come surrogato artificiale della curiosità. Aprì l'oggetto al suo fianco, mise un dito dentro fino ad intingere la punta nel liquido che c'era per poi portarlo alla bocca. Di certo non voleva sapere il gusto di quel caffè, o capire se valesse la pena di comprare quella specifica macchinetta; ma bensì era un movimento atto a capire che liquido fosse. Non era altro che un modo per far analizzare dai suoi sensori e recettori chimici le specie che ci aveva poggiato su. Con tutta probabilità sarebbe dovuto essere caffè; ma in certe occasioni meglio diffidare su tutto.
    Il cadavere della vittima si trova proprio nella stanza della piccola scomparsa. Sul pavimento è già presente una grande chiazza di sangue, rosso cremisi, che ha iniziato a dare un tocco macabro a tutta quell'ambiente. Accentuato anche dalla grande quantità di bamboline che si trovano distese di fianco alla salma. R. Alice poteva sembrare una di loro. Una bambolina troppo cresciuta. Probabilmente in un ambiente come quello la sua figura sarebbe stata ancora più inquietante, soprattutto considerando la sua quasi totale inespressività e assenza di emozioni anche in circostanze del genere. Nel fare un passo nella stanza, mette il piede nella pozza, facendo il consueto rumore di chi mette i piedi in una pozzanghera. Al solo udire del rumore abbassò il capo, notando, con grande disgusto, che la scarpa sinistra fosse sporca di sangue. Grande disgusto non per il fatto che avesse i piedi imbrattati di sangue, ma perché aveva perso la simmetria alla fine dei suoi arti. Fece un passo indietro, e cambiò posizione e bilanciamento del corpo per tentare di emulare il passo fatto prima, ma mettendo avanti prima il piede destro. Nei suoi circuiti era la cosa più plausibile da fare per tentare di avere le scarpe macchiate allo stesso modo da entrambi i lati. Cosa che, quando poggiò l'altro piede nel lago di sangue, non avvenne «Merda» esclamò nel vedere le scarpe sporcatesi diversamente. Probabilmente, nel vedere tale scena, gli agenti della scientifica si sarebbero dovuti domandare se avesse tutti i circuiti al suo posto. Quando fu arrivata alla conclusione che non avrebbe potuto fare nulla per le sue scarpe, iniziò a guardarsi attorno. La mensola rotta indicava che il litigio era avvenuto proprio lì. Osservò da vicino i pezzi della mensola che erano in terra, chissà per quale motivo si era rotta. Il peso del cadavere del signor Moore? Oppure ci era finita sopra la fuggitiva? Se fosse stato questo il motivo, sarebbe potuta essere danneggiata. Ed in terra sarebbero potuti esserci pezzi della sua carcassa metallica. Osservò attentamente per cercare di individuarli. Così come osservò il cadavere per vedere se ci fossero pezzi del materiale di cui la mensola era fatta.
    Sul comodino c'era un piccolo contenitore a forma di forziere. Lo aprì. Conteneva dei disegni. Dal tratto e dallo stile dovevano trattarsi dei disegni della bambina. Di normali disegni da bambina, quando… Alcuni di essi raffiguravano una persona più grande che picchiava una più piccola. E considerando che il padre era un violento ubriacone, poteva esserci raffigurato il signor Moore che intento a percuotere la figlia su quei fogli. Una nuova teoria iniziò a farsi strada nella mente della giovane, realmente anche più che d'aspetto, cacciatrice di taglie. Tra quegli scritti, che potevano avere un grandissimo valore per le sue indagini, cercò qualcosa che potesse essere riferita alla mamma della piccola.
    Nella casa c'era un detective che sembrava essere per nulla contento della presenza di R. Alice. Rispose alle sue domande solo perché doveva, dato che alla fine i due erano tra loro collaboratori. Dicendo che la causa della morte era asfissia, provocata da entrata di sangue nei polmoni a causa di un taglio inferto da un coltello «Se doveste trovare il modo di riuscire a vivere senza respirare, si eviterebbero un sacco di morti» disse con un tono senza particolari inclinazioni nella voce. Non si trattava di ironia, né sarcasmo né nulla. Alla fine era solo la nuda e cruda verità oggettiva, considerando che molto spesso ci sono morti per mancanza di ossigeno. Peccato che evitare di respirare equivaleva ad eliminare la vita come la conosciamo. I dubbi che vennero alla Replicante sembrarono portare ad informazioni che li avvicinavano ai fuggitivi: effettivamente c'erano state delle transizioni di danaro da parte del signor Moore nell'ora plausibile della sua morte. Probabilmente era stata opera della fuggitiva, due biglietti per il Canada, quale cosa migliore per scappare? Biglietti del pullman dalla stazione periferica di Middletown, non eccessivamente distante da lì. «Prova a pensare ad una cosa» disse mentre porgeva i disegni della bambina che veniva picchiata al detective «Se il replicante fuggitivo non avesse infranto le leggi della robotica, ma ad ucciderlo sia stata la figlia ed ora R. Marcy sta solo tentando di aiutare un umano?» La sua voce senza emozione alcuna era quasi raccapricciante. Anche calma e piatta anche quando parlava di una bambina che, dopo anni di percosse, perdeva la testa vendicandosi del padre violento, che forse aveva anche ucciso la madre, uccidendolo. Per lei sembrava molto più plausibile quello come scenario, piuttosto che credere che realmente un Replicante avesse infranto la prima Legge fondamentale. Era più facile sporcare l'innocenza di una bambina piuttosto che immaginare la possibilità di infrangere tali regole. «Sai in che relazioni sono R. Marcy ed il Canada? Oppure la famiglia Moore con tale paese?» Iniziò quasi ad elaborare teorie a volume alto, in modo da poter sfruttare anche le funzioni cognitive dell'umano che aveva di fronte. Per quanto le facoltà mentali dell'uomo possano essere inferiori alle sue, poteva aver studiato il caso ed avere informazioni che lei non aveva «La madre scomparsa? Può essere fuggita in Canada od esserne originaria. Se R. Marcy vuole difendere e proteggere la bambina, un appoggio familiare è la prima cosa a cui avrebbe potuto pensare. Prova a fare ricerche su queste cose; poi fammi sapere. Nel caso le farò anch'io in background sulla Rete» Disse per poi voltarsi delicatamente facendo volteggiare i suoi capelli e la gonna, per poi avviarsi verso l'uscita della casa lasciando macchie di sangue ad ogni suo passo. Sentì il viscoso sotto i suoi piedi, e si voltò nel guardare; anche le impronte che lasciava non erano simmetriche; la cosa iniziava davvero ad infastidirla.
    Una volta fuori, camminò verso la sua M0-T0, mise il casco e ci salì in groppa. Mise in moto e si diresse verso la stazione. Mentre, attaccata al WiFi cercava le informazioni che aveva chiesto al detective. Anche lei lo faceva anche se aveva dato le stesse disposizioni. Non si fidava molto degli umani. I loro giudizi e le loro decisioni spesso erano offuscate e non oggettive. Si lasciavano trarre in inganno facilmente e la loro attenzione veniva spesso catalizzata da cose futili in base alle inclinazioni personali di ogni individuo.
    Arrivò in poco tempo alla stazione sua meta. Mancavano ancora una manciata di minuti prima che il pullman partisse, quindi forse ce l'aveva fatta. Mal che vada avrebbe parlato personalmente con chi di dovere dicendo di ritardare o eliminare direttamente la corsa. Forse era troppo drastica come soluzione, ma lei avrebbe fatto di tutto, come sempre, per raggiungere ed acciuffare il suo obiettivo. La stazione che si apriva dinanzi i suoi occhi era davvero gigantesca. E c'era una moltitudine di persone che si confondevano e fondevano tra loro formando una grossa massa pulsante e dalle mille forme e colori. Sarebbe potuta restare a girare per lì dentro anche per tutta la notte, ma data l'ingente quantitativo di persone e Replicanti che arrivavano o partivano l'individuazione dei due obiettivi non era di certo una cosa semplice. Iniziò a camminare guardandosi attorno. C'era decisamente troppa folla, che compariva da dietro i pullman per poi sparire dietro altri; camminare in mezzo a tutto quello non forniva di certo la prospettiva ed il punto di vista migliore per una caccia all'uomo. E poi, non sapendo le abitudini della Replicante in fuga e della bambina non sapeva se andare a cercare da qualche parte, provando a scrutare se ci fosse stato un punto di ristoro dato che la bambina poteva averne bisogno, oppure direttamente nel pullman per il quale avevano il biglietto. Forse la fila per i bagni? Gli umani e le loro necessità fisiologiche rendevano tutto un enorme punto interrogativo. Senza contare che R. Marcy, con tutta probabilità sapeva di essere seguita. Chiunque avesse avuto un po' di sale in zucca, o silicio nei circuiti, sapeva che il fuggire da una casa con un cadavere avrebbe fatto partire un inseguimento.
    Fortunatamente incrociò uno dei tanti agenti di vigilanza che si trovavano sul posto e subito le venne un'idea. I vigilanti dovevano avere un qualche sistema di comunicazione tra loro a banda larga, probabilmente funzionante a radiofrequenze; in modo da potersi parlare. Decise che doveva intercettare quella frequenza e inserirsi per poter comunicare con ognuno di loro; proprio come faceva per viaggiare nella rete tramite WiFi; non avrebbe dovuto fare altro che abbassare la frequenza di lavoro per emettere e ricevere i segnali. Iniziò a decrementarla prima rapidamente, in quanto le onde su cui viaggiavano certe comunicazioni erano decisamente inferiori a quelle delle connessioni WiFi. Arrivata alle frequenze radio, iniziò a scendere più piano in modo da ricercare quella giusta, basandosi anche sulle frequenze su cui sentiva lavorare i ripetitori più vicini «Salve» disse con il suo sono tono calmo, ma la sua voce sembrava quasi perdersi nel nulla «Salve» riprovò. «SALVE!» disse fermamente quando credette di aver beccato quella giusta, dato che sentiva dialoghi che potevano plausibilmente essere quelli dei sorveglianti della stazione «Sono R. Alice, cacciatrice di taglie e sono alla ricerca di un fuggitivo» disse senza giri di parole «Due fuggitivi, a dirla tutta. Devono prendere il pullman delle 10:45 in partenza dalla piattaforma 11 in direzione Canada, tenete gli occhi aperti le due figure sono quelle di una donna ed una bambina. Entrambe con cappotto addosso, la bimba deve avere anche delle calze colorate, mentre l'adulta il cappuccio tirato sulla testa. Nel caso non dovessimo trovarle prima dell'orario della partenza, non fate partire il pullman, ma che non trapeli nulla mi raccomando. Sarò in ascolto nel caso troviate qualcosa, passo»
    Disse per poi avviarsi a grandi falcate verso il luogo da dove sarebbe dovuto partire il pullman.
    Probabilmente R. Marcy sapeva di essere seguita; ma di certo non sapeva da chi.

    R. Alice

    Replicante, Cacciatore di taglie

    [x] scheda - [x] memo - starring: Melanie Martinez
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    Se provieni da una regione che non esiste, probabilmente non esisti neanche tu. Forse sei solo un'IA che viaggia nell'internet impersonando pg fighi. Forse tutto il Molise non è altro che una comunità di IA atti a voler sovvertire il sistema autoritario dell'uomo
    °_________°"
    Ora è tutto chiaro.... vi ho scoperti! GOMBLODDDDDOOOOOO! GENDODIGIODDDOOOOO!!
    No, scherzo, io sono Paolo e sarò dalla vostra parte contro il genere umano nella grande guerra per la supremazia *alza il pugno*
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    R
    . Alice era intenta a camminare indaffarata per la casa con i capelli completamente sparati in aria quando le arrivò la notifica di chiamata. Se non sapessimo che lei in realtà è un replicante, a vederla in quella situazione potrebbe benissimo essere scambiata per una qualsiasi ragazzina prossima a sclerare con i propri capelli perché non volevano stare giù. Non che le desse realmente fastidio dover andare in giro o farsi vedere con i capelli in disordine, anzi a dirla tutta non le faceva il minimo effetto; ma la questione era che non li vedeva completamente giù, perfetti e simmetrici come avrebbe voluto. Fortunatamente per lei, grazie alla sua connessione alla rete Wifi incorporata nel suo impianto cibernetico, non aveva bisogno di alcun dispositivo di comunicazione; e poteva tranquillamente leggere messaggi o fare chiamate mentre continuava a fare ciò che rapiva la sua attenzione. Sì, come se qualcuno l'avesse mai cercata per messaggio o chiamandola, tra l'altro. Quindi, alla fine, ogni volta che le arrivava una notifica che qualcuno del mondo provava a mettersi in contatto con lei era facilissimo riuscire a capire chi fosse. Per quanto le leggi della probabilità ci suggeriscano che stabilire l'evento certo in una situazione tanto aleatoria come capire chi ti cerca al solo ricevere della notifica; nello specifico caso preso in esame, R. Alice, tale difficoltà cala a picco. Infatti mai ha ricevuto notifiche, se non per le questioni riguardanti il lavoro. Quindi anche quella mattina con tutta probabilità, evitiamo di renderlo subito l'evento certo anche perché se un tipo come R. Alice dovesse sentirci dire certe cose sulle leggi probabilistiche rischieremmo di brutto; doveva trattarsi di lavoro.
    Ed infatti era così. Fu convocata per indagare su un elemento scomparso. Ovviamente "indagare" era solo una copertura per ciò che avrebbe dovuto fare. Il soggetto in questione sembrava essere particolarmente aggressivo, dato che aveva ucciso il suo padrone e rapitone la figlia. Non appena le onde acustiche di quelle parole colpirono i suoi sensori ed i trasduttori nel suo cervello trasformarono quelle informazioni in forma di energia per lei comprendibile, il suo viso cambiò espressione. Divenne particolarmente inquietante, fissandosi nello specchio mentre un piccolo sorriso si dipingeva sul suo volto. Sentire che un Replicante avesse infranto la prima legge della Robotica procurò in lei una serie di reazioni chimiche, di segnali e di risposte che la fecero sentire strana e non tranquilla. Il sapere che qualcuno infrangesse le regole e gli schemi preimpostati la infastidiva. Era come andare contro a tutto ciò che le era stato inculcato e preimpostato. Quella volta era diversa. Quella volta era stata infranta la prima legge della Robotica, prima legge fondamentale e basilare per tutti i Replicanti. E quindi legge primaria anche per lei. E per questo la cosa sembrava infastidirla ancora di più, come se tutti i processi che avvenivano dentro di lei non riuscivano ad arrivare ad una conclusione sensata.
    Così sistemò velocemente i capelli, grigi e neri, meglio che poteva posizionandosi un laccio che ricamò con un grosso fiocco sul capo; rese le sue labbra nere come il buio più totale, indossò la corazza dei Blade Runner sotto una magliettina banca con le maniche larghe e svolazzanti che le dava una bella scollatura, sotto di essa una gonnellina anch'essa bianca e larga e delle scarpe dello stesso colore aperte, che lasciavano intravedere il tatuaggio sul piede, con un leggero tacco. Posizionò la PKD nella fondina tenuta dietro la schiena e coperta dalla gonna. Lasciò il suo appartamento per andare a mettersi a cavalcioni della sua M0-T0, in quello che, ogni volta, sembrava un quadretto davvero buffo e bizzarro. Vedere una ragazzina con un fisico del genere e vestita nei modi in cui si vesta solitamente R. Alice, farebbe sorridere la maggior parte di coloro dovessero vederla. Cosa che accade molto spesso. Mise il casco e partì in direzione di casa Moore. Aveva scaricati dentro di se tutti i movimenti e le angolazioni da prendere per riuscire a guidare al meglio, era una provetta pilota anche se nessuno mai lo avrebbe detto ad una prima occhiata, ed in alcune circostanze il suo impianto giroscopico le tornava particolarmente utile.
    Raggiunse la sua destinazione brevemente, trovando un manipolo di persone accalcate fuori la casa, se così è possibile chiamare dove la famiglia Moore abitava. Di certo non era il luogo migliore per far crescere dei figli. L'arrivo di R. Alice catalizzò su di lei l'attenzione dei presenti, che quello fosse il veicolo dei cacciatori di taglie era più che risaputo, e il vederlo cavalcato da un essere come il Replicante fece sorridere non pochi dei presenti. Sorrisi che si allargarono quando scese quasi a fatica dalla M0-T0, e tolse il caso mostrando il proprio volto. Una volta che i suoi piedi ebbero toccato terra posò il caso sul veicolo e si aggiustò la gonna in modo che fosse perfetta e le scendesse diritta sulle gambe. Era giunto il momento di incominciare a lavorare. Di incominciare ad immagazzinare informazioni sulla sua preda. E quale migliore inizio se non attraverso i vicini? In un luogo come quello le persone vivevano attaccate le une alle altre. E detto in senso fisico, erano letteralmente condensati gli uni sugli altri; quindi potevano essere a conoscenza di molte cose. Senza considerare la natura umana curiosa ed a cui piace non farsi gli affari propri.
    «Salve civili» Disse mentre si avvicinava, con la sua voce sottile e stranamente calda «Sapete dirmi qualcosa sulla famiglia Moore oppure sulla vittima? Avete sentito qualcosa di particolare?» Le procedure dentro la sua testa ci avevano visto lungo, sembravano aver indovinato da dove iniziare. Dal nucleo di persone saltò fuori che il padrone di casa, la vittima, era un uomo con inclinazioni violente. Ottimo punto da cui partire «E verso chi, il signor Moore, era solito mostrare il suo lato violento? E la signora Moore?» Sapere verso chi era solito essere violenta la vittima avrebbe potuto aggiungere un altro tassello all'interno del puzzle; così come ricevere informazioni verso la moglie e, possibile, madre della ragazzina scomparsa; dato che non era stata mai nominata. Nel quadro che le avevano fatto parlandole della missione avevano solo nominato il signor Moore, la bambina scomparsa ed il Replicante che aveva ucciso uno e rapito l'altra.
    Entrò poi in casa, con la speranza di trovare indizi o comunque una pista da seguire per cercare di capire dove potesse essere diretta la fuggitiva.
    Nella casa c'erano gli agenti della scientifica, con i quali non aveva un gran rapporto amichevole, come con nessuno; ma fece capire di essere un Blade Runner e riuscì a passare. «Quale è stata la causa del decesso?» In casa c'erano evidenti segni che era avvenuto qualcosa, probabilmente un litigio. Chissà scaturito da cosa. Iniziò a girare un po' per la casa, con la speranza di trovare un segno od un indizio che potesse darle una strada da poter percorrere, anche minima. Con tutta probabilità la Replicante non voleva uccidere la bambina, se solo avesse voluto in quella casa ci sarebbe già stato anche il suo cadavere. La aveva portata con sé probabilmente per altri fini. Quindi forse non voleva che accadesse qualcosa alla piccola. Andò a cercare l'angolo della casa adibito per la bambina. Forse poteva mancare qualcosa che potesse avvalorare la sua teoria, forse poteva trovare qualcosa che potesse farle capire dove potesse essere diretta. Se fosse stato vero che la Replicante non volesse fare del male alla bambina, forse mancava qualcosa nel suo armadio. Tipo qualche felpa o giubbotto; così andò a cercarli. Si sarebbe potuto capire se qualcuno avesse rovistato freneticamente tra quegli indumenti, soprattutto dovendo lottare contro il tempo dopo un omicidio. «Avete controllato se è stata replicata l'impronta digitale del signor Moore? E se ha fatto delle transizioni di denaro nei momenti intorno alla possibile ora della sua morte?» Sapere se il cadavere fosse stato derubato sarebbe potuto essere un altro tassello importante. Nel caso si sarebbero potute rintracciare le transazioni monetarie. Verso chi e dove.
    Mentre vagava per la casa, le fu inviato tramite la Rete un video. Lo scaricò e guardò immediatamente tramite la sua connessione. Non era altro che la registrazione delle telecamere di sicurezza della stazione che avevano rintracciato i fuggitivi. Erano incappucciati ma i loro volti furono riconosciuti dai programmi di riconoscimento facciali. Sembrava volessero salire sul treno.
    R. Alice non aveva tempo da perdere.
    Si avviò fuori verso la sua M0-T0, nel frattempo incrociò la tratta del treno, con gli orari legati alle varie fermate rispetto la sua posizione cercando quale di esse sarebbe potuta essere la più vicina da raggiungere.
    Saltò in braccio al suo veicolo, sgasò un po' e partì verso la sua destinazione.

    R. Alice

    Replicante, Cacciatore di taglie

    [x] scheda - [x] memo - starring: Melanie Martinez
    code role © Akicch; - NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT
  7. .
    Personaggio: R. Alice
    N° missione scelta: 1
  8. .
    *Compare dal nulla come un'apparizione ultraterrena, con un libro in mano e suoni di arpe che si sentono da lontano*
    Verrà il giorno in cui tutti gli appassionati di fantascienza distopica e tecnologia futurista si troveranno accomunati sotto lo stesso tetto *fa segno della croce verso di lei* e presentandoti qui, tu hai già fatto un gran passo verso la redenzione della tua anima.
    Io sono Paolo il santone e mi sono sempre chiesto come sia possibile ruolare su fb xD
    Comunque, comprendo la tua difficoltà nello scinderti e stare su due gdr in contemporanea, ma anch'io quando mi sono poi trovato qui non ho potuto dire no, quindi
    giphy
  9. .
    CITAZIONE
    Spero di aver risposto a tutto se non sono stata chiara o hai altre domande chiedi pure !

    Sì sì, grazie tutto perfetto e per ora non dovrei avere altri dubbi.

    CITAZIONE
    Assolutamente si! In blade runner 2049 il cacciatore di androidi R. K è proprio un androide programmato per seguire quello specifico lavoro.

    Sì, questo sì, però non sapendo bene dove prendere cosa circa l'ambientazione; e soprattutto considerando che potresti avere te altri gusti o idee ho preferito chiedere =D
  10. .
    Bene, ok, forse non esistono domande stupide, ma vediamo se riusciamo ad avvicinarci.
    Mi paraculerò un po'nascondendomi dietro la mia ignoranza, e giuro che da domani inizio a vedere per cercare di far cessare questo mio deficit, sperando che cessino anche le domande stupide xD
    Allora
    1) circa l'arenodromo, dato che starci dentro è tra le occupazioni essere un gladiatore è un lavoro? Nel senso che le battaglie non sono proprio all'ultimo sangue e quindi i lottatori sono delle figure di rilievo tipo rockstar? Oppure è anche possibile inserire, nel caso non sia già così, degli scontri in cui c'è la vita in ballo? Per esempio come sorta di finta speranza di libertà per i criminali che ad esempio sono stati condannati per, boh, oltre 150 anni, così anche per poter aver modo di avere sempre custodie a basso prezzo da poter vendere a chi non ha molta liquidità.

    2)Dato che i replicanti sono sparsi nella società e possono ricoprire ruoli anche nella polizia, sarebbe possibile un replicante come blade runner?
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    CITAZIONE
    cucita alla spalla della giacca da moto una toppa con una navicella spaziale e su scritto "take me home" !

    *si inginocchia ed apre custodia con dentro un fermo di un bullone dorato*
    io credo di amarti, paisà! *gli si gonfiano gli occhi di lacrime*
    CITAZIONE
    tra le mille altre buone notizie il tuo corso di studi potrebbe implementare al mille percento la tencologia medica Amo questa cosa *^*

    *____* ma ceeeeerto, così almeno sti studi saranno serviti a qualcosa xD Ovviamente a qualcosa di malvagio e che creerà danni +_________+

    CITAZIONE
    Man, ma tu sei veramente fuori come un balcone.

    Ed ancora non hai visto nulla, bràh! è_____________é
    Palloncino colorato e zucchero filato? Sarai mica Pennywise?

    CITAZIONE
    ricorda, bulleggio se non la inizi dopo venerdì *guarda male*

    sì sì scusa mammi, non picchiarmi sono un pravo pimpo iooooo *sputacchia biscotti che le ha dato mentre parla*
    CITAZIONE
    *arrossisce e si sventola* ma lo sai che mi commuovi così figlio mio T_T

    è la verità e lo saiiiii u.u *abbraccia*
    CITAZIONE
    non vedo l'ora di vedere che pg tirerai fuori u.u (sicuramente magnifico come sempre)

    non dire così che poi pensano che sia davvero bravo >__________<

    CITAZIONE
    Ti avevo visto vagare per il forum

    O_____________________O" SAPEVO CHE CI STAVANO SPIANDOOOOOO! GOMBLODDDDDOOOOOOO! GENDODIGIODDOOOOOOOOO!

    Grazie a tutti di avermi benvenutato (?) e della disponibilità a scleri e domande =D *elargisce ammorreH, biscotti e Nutella*
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    No, ma davvero non ci credo!
    Come se il tempo a mia disposizione già fosse molto, però... chissene, alla fine mi avete convinto a stare per la prima volta nella mia vita su due forum contemporaneamente, nonostante ruoli da.... "un po'"
    Well, mi sono trovato qui per puro caso, perché lo schermo del mio cellulare ha deciso di fare un po'il... *dire "cazzo" in una presentazione può far capire subito quanto sia rozzo e volgare?* cavolo che gli pare, ed invece che scorrere la home ha cliccato sull'ultimo messaggio in spam, quindi allora ogni tanto queste cose funzionano, e mi sono catapultato qui. "Oh ma questo è tipo il nome di quella serie che ho nella lista di quelle da vedere" quindi ho letto un po'qui e li e...
    mi raccomando non dire che ti sei eccitato fisicamente, non dire che ti sei eccitato fisicamente.... Ho sbavato arcobaleni su cui facevano surf degli unicorni glitterai. E questo perché diciamo che A) studio, ed a quanto pare ho anche una laurea in, ingegneria biomedica B) ho tatuata una navicella spaziale da polso a gomito, l'enterprise precisamente, con su scritto "take me home". C) sarebbe stato figherrimo tutto a prescindere u.u D) avete una tra voi che vi fa un sacco di propaganda positiva, perché quando l'ho vista qui ho chiesto un po'pareri dato che la reputo molto esperta oltre che una gran ruolatrice, e se prima ci pensavo poi mi son deciso.
    E quindi eccomi qui purtroppo per voi, ma questa parte è meglio non metterla ve ne accorgerete da soli
    Dunque, dopo tutta questa parte che avrei anche potuto tranquillamente evitare lo so tranquilli, vi dico, finalmente, che sono Paolo, 25, ed ovviamente mi piace tanto ruolare *ma che genioooooo chi lo avrebbe mai detto!?* direttamente dalla terra ro sol, o mar, a pizz, o Vesuvij, del kitammuorto, Ammmmmmmmòòòòòò. Ovviamente, come avete potuto capire, sono attratto da cose simili l'ambientazione, mi piace guardare serie ma a causa studio vado molto moooooolto lento e ne vedo poche, ma da lunedì inizio a vedere altered carbon altrimenti una persona qui mi picchia (già me le ha promesse).
    E sempre da lunedì potrei iniziare a pensare e lavorare seriamente su qualche personaggio, lunedì perché domani avrei un esame e qui il weekend post esame equivale ad andare in letargo oltre che spaccarsi ammerda anche perché oltre ad aver sottolineato qualcosa di me, e quanti sia in realtà disagiato ho anche sottolineato qualcosa che mi piace tanto, questa per davvero *fa indovinelli e giochini*
    Non saprei più che dire se non che mi dispiace per esser venuto a minare la tranquillità di questo luogo, spero mi sopporterete.... dai alla fine sono un bravo bimbo *si mette un'aureola sulla testa, ma prende fuoco*
12 replies since 27/2/2009
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