MIssione Blade Runner 4: Cuore di panna

Yoshi Fortuna

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    Shawna Lore è una donna decisamente poco abbiente che vive in pochi metri di appartamento al I livello, in una zona particolarmente periferica, dove le case assomigliano a container impilati gli uni sopra gli altri. La polizia di Bay City in questa zona è poco presente, tuttavia la donna ha fatto una segnalazione al dipartimento. Sostiene di fatti che la vicina abbia un rapporto intimo con un androide. La cosa non ha destato molto interesse da parte dell'unità dei blade runner, che comunque sono stati esortati ad intervenire per via delle recenti questioni che sono sorte sui giornali riguardo la situazione di androidi "umanizzati", cioè che si comportano in modo fin troppo simile agli umani arrivando anche a prendere scelte che secondo alcuni esulano dal loro programma. Si tratta di una circostanza che voi conoscente da tempo, ma ora che è diventata un'oggetto mediatico inizia ad essere una vera spina nel fianco dell'unità che viene accusata di non svolgere correttamente il proprio lavoro. Fatto sta che questo caso viene considerato di ultimo livello e affibbiato al primo agente disponibile: tu.

    Ad ogni modo ti rechi nell'appartamento di questa signora Lore, è un bugigattolo, ma è tenuto molto pulito e in ordine. La donna tuttavia è piuttosto strana, ti fa entrare in tutta fretta. guardandosi a destra e sinistra prima di chiudere la porta. Ti fa sedere su una sedia di plastica e ti offre il caffè che ha appena preparato, acqua bollita con quello che sembra più che altro terriccio che macinato di caffè. "Sono proprio felice che siate venuto" esordisce sedendosi di fronte a te con le mani congiunte dondolando appena, come se fosse preoccupata per qualcosa. "Non volevo che vi vedessero, ma è necessario che sappiate cosa sta accadendo in quella casa, quel... covo di perversione", pronuncia quelle parole con un'espressione di disgusto, ma abbassando la voce come se qualcuno potesse sentirla oltre le pareti sottili in laminato di ferro. "Parlo di Clarisse Banner, si è fidanzata, così, da un giorno all'altro, dovesse vedere il suo anello, è un pezzo di vetro, anche microscopico, fosse vero, ma non lo è, è tutta una finzione la sua perché girava la diceria che fosse una zitella. Io sono sicura che ha ripescato quel... quell'androide, quel pezzo di plastica da qualche discarica e ha iniziato a fingere di aver rimediato un marito, ma non è così. Non è così glielo assicuro" la donna scuote la testa con vigore guardandoti negli occhi come per trasmetterti il disgusto per quell'abominio. "Ora sono dentro, entrambi, in casa sua. L'ho visto entrare qualche ora fa, temevo che lei non arrivasse in tempo. Invece ce l'ha fatta! Se si sbriga lo coglierà in flagrante!".


    OFF GDR: Ecco a te la guida per le quest ad ogni modo hai tre azioni, che si traducono in tre domande se vuoi fare delle domande, superato questo numero la probabilità di riuscita e di una risposta aderente alla domanda si riducono. Ad ogni modo per qualsiasi dubbio scrivimi in pvt, su telegram o nella sezione F.A.Q. . Puoi fare dire e muoverti come ti pare, immagina di essere in un gioco della quantic dreams.

    Good Luck!

     
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    Avete presente il concetto di "squallido"? Ecco, tutto in quel momento lo incarnava alla perfezione. Squallido era il minuscolo appartamento nel quale mi trovavo, arredato con piccole cose di pessimo gusto, squallida la donna che mi stava davanti e che mi guardava con un'espressione di bramosa soddisfazione, squallida l'intera situazione. Ok, non ero certamente il cocco del capo del Dipartimento: amavo fare di testa mia e spesso questo mi aveva causato numerosi grattacapi con quelli dal colletto bianco, che stavano in ufficio e che dovevano risolvere i casini che combinavo. Questa volta, però, quelli dei piani alti avevano decisamente esagerato. Invece di affidare il caso a uno sbarbatello qualunque lo avevano recapitato a me come un regalo sgradito di Natale da riciclare. Cosa che non ero riuscito a fare, comunque. Tutti dicevano di essere già impegnati in casi di massima priorità, così l'amante delle macchine in cerca di attenzioni particolari era toccata al sottoscritto.
    Era ormai da mesi che i media ci massacravano sul tema degli androidi umanizzati e il Capo aveva promesso massimo impegno. Il che si traduceva in gigantesche, immani, infinite rotture per tutti noi. Sinceramente non mi interessava il fatto che qualche mentecatto se la spassasse con un'aspiravolvere: fatti suoi. Se c'erano casi interessanti, tuttavia, erano anni luce distanti da quello che mi preparavo ad affrontare. Dopotutto però il lavoro era lavoro. Ed ero lì per uno scopo.
    Guardai il caffè, ne bevvi un piccolo sorso, sorridendo e annuendo soddisfatto alla signora Lore. Speravo che ciò bastasse per superare i convenevoli e passare alle cose importanti, se così potevo chiamarle. Faceva schifo, sapeva di morchia di motore fuso. Almeno speravo che mi facesse restare sveglio in quello che si prospettava essere un caso di una noia mortale.
    -Bene, signora Lore. La ringrazio per averci chiamato- Sì, come no. Grazie per avermi fatto visitare questo piccolo angolo di paradiso e gustare questo nettare divino. La sedia era scomoda e traballante, già uno sgradevole annuncio di mal di schiena serpeggiava lungo i miei lombi.
    -Comprenderà che prima di passare all'azione devo rivolgerle alcune domande di rito...è la prassi.-
    Iniziava lo show.
    -Per prima cosa, ha avuto modo di osservare atteggiamenti o comportamenti strani nell'uomo? Azioni che potrebbero far pensare si tratti di un androide?-
    E una era andata. Ok, mi aveva chiamato per risolvere un potenziale casino. Volevo sapere se era una pazza svitata, una mitomane o una che aveva avuto un legittimo sospetto. Sospettare era il primo passo, sottoporre il soggetto al Test il secondo. Ritirare, eventualmente, il terzo.
    -La sua vicina...come ha detto che si chiama...ah, sì, la signorina Banner...è solita portare uomini a casa sua, magari uno diverso ogni settimana o mese? Intendo uomini veri, ovviamente. Forse è zitella ma, come si dice, vuole spassarsela un po'...lei forse comprende quello che voglio dire...-
    Forse poteva comprendere, forse no. Ad ogni modo aspettai qualche secondo prima di schiarirmi la voce e, con fare fintamente noncurante, porre l'ultima domanda.
    -Ad ogni modo è evidente che lei è spaventata. Perché?-
    La osservai, aspettando le sue risposte. Intanto ascoltavo distrattamente il rumore del traffico delle strade del I livello, dove un'umanità varia e disperata lottava ogni giorno per sopravvivere.


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    La signora Lore annuisce rinvigorita non appena dici di volerle fare qualche domanda, sembra letteralmente pendere dalle tue labbra. "Assolutamente si! Quello... non è un uomo. E non lo dico solamente perchè è eccessivamente perfetto per una come Clarisse. Ma anche per via della luce". La signora Lore annuisce convinta, tremendamente seria. "Con la rete elettrica di questo stabilimento nessuno ci ha mai capito niente, c'è un aggrovigliamento di fili che non si può credere. Nessuno si è mai raccapezzato. La corrente qui andava e veniva continuamente era un inferno. Quando improvvisamente Clarisse dice che il suo nuovo compagno lavorava per una compagna elettrica e che avrebbe potuto sistemare tutto. Da quel giorno nessuno nella zona ha più avuto problemi con la luce. Nessuno nel giro di tutto l'intero isolato. Glielo dico io, ha fatto qualcosa da androide sulla rete. Per non parlare dei traslochi, ha aiutato la signora Clarke a trasferirsi e quella dannata macchina ha sollevato da solo un'intera libreria. Per non parlare di quella volta in cui eravamo fuori dal supermercato qui di fronte e quando è caduta una montagna di lattine ha preso in braccio Clarisse come fosse un fuscello. Gli androidi sono molto forti, non è vero? Ma le basterà parlargli per capirlo da sè che non è umano, con quello sguardo fisso". La donna rabbrividisce visibilmente come se il solo ricordo la inquieti. "Clarisse non ha mai portato nessun uomo a casa, Assolutamente nessuno, anche per questo è così strano, lei era la zitella, ora sembra di punto in bianco aver conosciuto l'uomo della sua vita. Cose del genere succedono solo nei film non nella vita reale" scuote la testa vigorosamente lasciando trasparire la sua convinzione. "Io sono spaventata perchè di questi androidi non ci si può fidare, Chi lo sa che cosa pensano quando ti fissano in quel modo, cosa farebbero se solo potessero dare libero sfogo alle loro capacità. Fin da piccola mia madre me lo diceva che le macchine ci avrebbero rubato ogni cosa e sarebbero diventate tanto umane da prendere il nostro posto, non permetterò che una di loro s'insinui nel condominio, assolutamente no. Quella macchina va fermata, a tutti i costi. Non è umana. Non è... naturale, capisce?"
     
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    Che io sia dannato se quella donna non aveva attirato la mia attenzione. Quello che sembrava un caso di routine, la classica scocciatura da eseguire senza troppo impegno e riflessione, si stava trasformando in qualcosa di veramente interessante. Il problema è che nel nostro mestiere "interessante" si accompagna molto spesso a "pericoloso" e quella occasione, ahimè, non faceva certamente eccezione. La signora Lore, che pure a prima vista non mi aveva ispirato sentimenti di cieca fiducia, sembrava sapere il fatto suo. La descrizione dell'uomo poteva benissimo combaciare con quella di un artificiale umanizzato. Spesso gli androidi si mescolavano agli umani, cercando di accattivarsi simpatie con un comportamento irreprensibile, al di sopra di ogni dubbio. Il sospettato riparava i guasti, aiutava i vicini, faceva i lavoretti di casa. Mi trovavo tra le mani insomma qualcuno che giocava a fare il bravo maritino; il problema era che poteva sprigionare una forza pari a quella di cinque uomini, con la quale avrebbe potuto benissimo sfracellare la mia testa sul muro e fare l'artista con la mia materia grigia. Roba grossa, da prendere con le pinze. Mi assicurai con un breve tocco della mano sul fianco destro, all'altezza della cintura, che la pistola fosse al suo posto. Prima di partire l'avevo caricata? Sì, lo facevo sempre. In quel mondo tutto poteva rappresentare un pericolo:la differenza stava nel sapere quando estrarre e sparare e quando no.
    La situazione che si stava delineando era pericolosa. Un androide così umanizzato, che aveva stretto legami profondi con esseri umani e si era immedesimato nella parte era una bomba ad orologeria, pronta ad esplodere. Bastava contraddirlo, smascherarlo, farlo sentire braccato e...bum. Avrebbe fatto di tutto pur di conservare la sua nuova vita, dopotutto una volta scoperto non aveva nulla da perdere. Si era creato una vita familiare che io non avevo più. Per un attimo pensai alla piccola Eileen, a mia moglie e a un passato che sembrava essere ormai lontanissimo. Una fitta di angoscia si impadronì per un attimo della mia mente e mi fece barcollare. Scacciai in fretta il pensiero come fa un cavallo con una mosca molesta: dovevo restare lucido. Più tardi, davanti a del bourbon, avrei avuto il tempo per commiserare il mio destino, non ora.
    -In effetti quello che dice è molto sospetto, signora. Andrò subito a controllare. Lei resti qui e, se nota movimenti strani o vede l'"uomo" fuggire, chiami immediatamente la polizia-
    Frasi di circostanza. La polizia mi avrebbe trovato morto, se qualcosa fosse andato veramente storto. Mi alzai, controllando ancora una volta di avere la pistola e, in aggiunta, la macchina per il Test.
    -Mi indica la porta della sua vicina, la signorina Banner?-
    Uscii, seguendo le indicazioni della Lore. Mi trovavo in quello che sembrava un alveare di cemento, in cui le insegne al neon spezzavano la teoria delle porte dei vari appartamenti. Arrivato alla porta indicata bussai, spostandomi poi dal centro. Non ci tenevo a prendermi subito una pallottola in pieno petto. Speravo che quel colloquio iniziasse in altro modo.


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    La signora Lore sembra particolarmente compiaciuta, probabilmente perché sapeva di avere ragione e di non essere una pazza, cosa che più di un vicino di casa a cui aveva confidato le sue preoccupazioni, le aveva detto. Ma d'altronde non le importava delle malelingue fin quando c'era qualcuno che poteva dimostrare a tutti che aveva ragione. Si sbriga ad aprire la porta e mostrarti la porta del civico 10723, numero infisso sulla porta dell'appartamento. "Non si preoccupi, lo terrò d'occhio io quel disgraziato" ha sulla faccia scritto quanto seriamente prenda l'incarico che le hai affidato. Una volta che bussi alla porta ci vogliono diversi lunghi secondi prima che il rumore del chiavistello anticipi l'apertura della porta. Una signora pallida e dai capelli bianchi emerge dallo spicchio lasciato aperto dalla catenella della porta. "Chi è? Che vuole?" ti guarda quasi in cagnesco sembra decisamente ostile.
     
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    La donna che mi si parò davanti non corrispondeva all'idea che avevo su di lei. Mi aspettavo di vedere, dalle parole della signora Lore, una donna di mezza età che cercava di nascondere l'avanzare della sua età con pesanti ritocchi estetici o persino impianti. A quel livello non era pensabile trovarsi di fronte a custodie giovani e belle: costavano troppo per chi viveva nei bassifondi. La signora Banner invece aveva un'espressione seria, quasi austera. Non faceva nulla per nascondere i solchi che il Tempo aveva scavato nella sua espressione, simili agli anelli che si creano nei tronchi degli alberi.

    -Agente Fortuna, sezione Blade Runner. Abbiamo ricevuto una segnalazione in merito all'uomo che vive nel suo appartamento. Signora Banner, dovrei sottoporlo al Test. Le ricordo che non conviene opporre un rifiuto...-

    Diretto, semplice, chiaro. Avrebbe capito la gravità della situazione e mi avrebbe lasciato entrare? O sarei stato costretto a usare le maniere forti o a chiamare la Centrale? Dipendeva tutto da lei...



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