Hail to the Thief

Avery e Lucas

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    Lucas Hall - Icarus
    dgXcfPB
    Net Runner • scheda
    Silver. Il sogno erotico di ogni pervertito virtuale. Il suo fascino non si limitava al fatto che fosse rossa, tosta e vestita in pelle, né che avesse una cicatrice su un occhio, una moto e un bel paio di bocce. Tutti quei dettagli per quanto difficile si adombravano all’istante quando tirava fuori le lame e si lanciava in atletiche torsioni, era una sexy portatrice di morte con l’optional “ginnasta da battaglia”. Incredibilmente affascinante. Per questo Luke aveva finito per imbambolarsi come uno stoccafisso quando Silver aveva sfoggiato il suo avvitamento della morte, tecnica che aveva soprannominato lui stesso in quel modo. Il catalogo di esuberanti saltelli di Rose era praticamente infinito, per la gioia degli occhi di chi finiva per uccidere. Quando la mummia sfracellò inesorabilmente al suolo gli sfuggì una risatina ammirata, subito stroncata dalle parole di Silver che lo costrinsero a riemergere dalla sua posa contemplativa e muovere il didietro per darsi da fare. «Non ti agitare ce la caveremo alla grande», niente pericolo, erano solo in un dangeon impossibile, ma perché preoccuparsi. Scese dalla motocicletta, ormai completamente inutilizzabile, anche se faceva la sua bella figura lì posizionata in mezzo a ruderi e lerciume zombie. «Allora vediamo, a che cosa servi tu di preciso?» tirò fuori il pugnale che aveva sgraffignato. Non aveva idea di quale fosse l’incantesimo che si annidasse al suo interno, «forse abbiamo fatto fuori Boldog troppo presto, non ho fatto in tempo a chiedergli cosa facesse di magico questo pugnale». Certo che Silver si stesse occupando di mantenere entrambi al sicuro cominciò ad esaminare l’elsa in cristallo. Alla luce traballante delle fiaccole sembrava ci fosse una scritta, in draconiano antico. Aveva comprato la conoscenza di quella lingua da un lucertolone nei bassifondi di qualche antica città di cui non ricordava assolutamente il nome. «Mmh interessante» mormorò tra sè e sè «guarda questo, Silver» gridò prima di piantare con tutte le sue forze la lama nel pavimento, al centro di una fessura tra due massicci blocchi di pietra. Un bagliore bianco esplose in un attimo sferzando una ventata d’aria puzzolente, muffa e decomposizione, fragranza indimenticabile. «Stupidi programmatori» sbuffò tappandosi il naso. La luce bianca intanto corse lungo il pavimento come un’onda disintegrando uno dopo l’altro tutti i non morti in avvicinamento. «Magia bianca!» confermò rivolto verso Silver. L’onda scomparve poco dopo illuminando le linee incise sulla pietra, articolate a formare una frase. «Me ne occupo io, tranquilla» si esibì nel suo migliore sorriso sghembo, roba da conquiste nei bar. «Devo solo hackerare un attimo il…» cominciò aprendo il menu del suo cyberdeck, una schermata olografica dalle sfumature bluastre, scrisse rapidamente qualche codice, e in pochi secondi s’infiltro nel codice base dell’iscrizione. «Si tratta di babilonese antico, mescolato al dialetto della zona, roba da professionisti. Allora dice: Tutti lo possono aprire, ma nessuno lo sa chiudere… cazzo, è un indovinello. Odio gli indovinelli. A te dice niente?» commentò voltandosi a guardare Silver con la faccia contrariata di chi ha appena scoperto che la scatola di cereali in realtà è vuota.
    code, reperibile su GDR archive
     
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8 replies since 1/10/2018, 14:37   349 views
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