MISSIONE: EERIE MOLD

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    Sydney Locke
    Blade runner
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    Il visibilio dell’accoglienza rumorosa non era altro che una poco originale manfrina che quei barboni rivolgevano ad ogni esemplare di sesso femminile che passava da quelle parti, anche se a dire il vero per di là non passavano nemmeno le puttane. I reietti della società si nascondevano negli anfratti bui e come scarafaggi cercavano gallerie umide dove riprodursi. Era il naturale ciclo della vita di Bay City, niente per cui sorprendersi. Non valva nemmeno la pena sprecare tempo a sentirsi oltraggiata, sperava solo di poter concludere velocemente la questione senza doversi sorbire il teatrino da sagra del testosterone. Osservò quegli individui uno ad uno cercando di intuire quale tra loro con un po’ d’esortazione avrebbe avuto qualcosa d’interessante da dirle. Avevano tutti gli occhi spiritati e il viso smunto di chi usa i soldi che ha per iniettarsi qualcosa nelle vene invece che cibo nello stomaco. Nell’ombra era difficile intuire l’espressione dei loro volti, le uniche luci che l’illuminavano erano quelle dei cartelloni pubblicitari diversi metri più in alto e alcuni lampioni ancora funzionanti lungo i lati della strada principale. Tuttavia vide riflesso nei bulbi oculari di uno di loro un bagliore eloquente, un movimento delle pupille che non erano fisse su di lei, ma che s’erano spostate anche solo per un attimo per guardare qualcosa alle sue spalle. Si voltò per guardare ciò a cui l’uomo aveva rivolto per un attimo lo sguardo e capire che accidenti fosse o che scopo avesse, tornò sui barboni prima che qualcuno potesse allungare le mani sul suo culo così da non doversi sentire obbligata a tagliare le estremità di nessuno di loro, cosa che avrebbe rallentato inutilmente la missione. Sfilò dalla fodera che portava alla coscia la sua pkd, l’arma d’ordinanza dei blade runner e la puntò senza troppi complimenti in direzione dell’uomo. «Tu» lo indicò con la canna facendo scattare il cane della pistola «Dimmi cos’è quella struttura lì, quella che stavi guardando prima e non raccontarmi balle altrimenti ti buco il cranio». L’assassino era un crimine, ma di certo nessuno sarebbe andato a controllare chi fosse quel disgraziato e perché avesse del piombo nel cervello. «Datti una mossa, ho poca pazienza» sbottò indurendo sul volto l’espressione seria che s’era venuta disegnando quando quei quattro avevano deciso di farle la corte.
    code made by zachary, copia e t'ammazzo©
     
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15 replies since 25/11/2018, 20:33   557 views
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