MISSIONE: EERIE MOLD

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  1. pearloflight
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    Max Meyer
    Detective/Mercenaria

    You wear a mask for so long, you forget who you were beneath it
    Due anni prima si era ripromessa che non avrebbe più ficcato il naso in affari che non la riguardavano, soprattutto se si trattava di affari dai quali persino la BCPD si nascondeva, preferendo la corruzione e il menefreghismo alla giustizia. Si era ripromessa di chiudere gli occhi davanti a certe mostruosità come facevano tutti gli altr. Ogni sera, ogni dannata sera, prima di chiudere gli occhi, inspirava a fondo e si ripeteva come un mantra che da certe cose era meglio tenersi alla larga, che si era rovinata la vita da sola - o quasi - quando si era intestardita nel voler smascherare certe attività della Vault Tec. In quel mondo schifoso erano i potenti, quelli senza coscienza e con l'animo sporco, che comandavano e lei non era nessuno per fermare il corso della vita, così scontato da portare l'uomo a perdere l'umanità stessa, pur di ottenere sempre di più.
    Eppure si era ritrovata seduta allo stesso tavolo di Reggie un paio di giorni prima, a osservare il modo placido con cui si calava certe sostanze direttamente nelle vene, lo sguardo strafatto illuminato solo dalle luci a neon violette e cupe; si era ritrovata a cadere nel suo tranello, a lasciarsi fuorviare da informazioni per le quali non avrebbe dovuto provare interesse, a insistere su un argomento riguardo al quale aveva promesso a sé stessa non avrebbe più voluto interessarsi.
    E invece aveva condiviso più di due sigarette con Reggie, aveva ascoltato con troppa attenzione il suo racconto concitato e confusionario, non aveva dormito per una notte intera e poi dopo neanche quarantott'ore eccola ad aggirarsi tra le macerie di quello che una volta doveva essere un quartiere come un altro e che invece ora era solamente un ammasso di rovine, brutta gente e segreti che tutti fingevano di non vedere e di non voler conoscere.

    "Ma che cazzo sto facendo?" mormorò a denti stretti, la mano posata sulla fondina agganciata alla cintura, un modo sciocco per rassicurare sé stessa davanti all'enorme cazzata che stava per compiere. Certo, era ancora in tempo a girare i tacchi e tornarsene miseramente a casa, ma avrebbe davvero avuto senso? Si era praticamente presa per il culo per due anni, mentendo a sé stessa senza impegnarsi nemmeno troppo.
    Non era lì per i soldi che avrebbe potuto guadagnare da quel "lavoretto", che aveva tanto più il sentore di suicidio a giudicare dalla mole e dall'equipaggiamento delle guardie che aveva visto ronzare attorno all'ingresso del Vault. Era lì per portare avanti la missione che si era prefissata quando ancora lavorava nella polizia e ancora credeva si potesse fare giustizia in quel mondo perverso. Ora non credeva più nella giustizia, ma almeno avrebbe potuto riscattarsi, smetterla di lasciarsi tormentare da quella questione in sospeso che le era costata praticamente tutto: per la sua testardaggine aveva perso tutto, e ora che non aveva nulla da perdere eccola, testarda, a riprovarci.
    Magari la pista che le aveva fornito Reggie non avrebbe portato a nulla, magari sì.
    Si guardò attorno, prendendosi ancora qualche minuto per studiare l'area mentre si aggirava furtiva e silenziosa tra le brutte facce - più che altro poveracci - che incrociava qua e là, intenti a rovistare tra le macerie o ad affrettarsi verso la baracca che potevano chiamare casa. Cercò di studiare i percorsi che avrebbero potuto permetterle di avvicinarsi il più possibile al Vault senza farsi vedere, magari sfruttando punti in ombra, pezzi di strutture che avrebbe potuto usare come copertura. Studiò anche i volti dei wreck runner, e alla fine si decise ad avvicinarsi a un ragazzetto sporco intento a smanettare con qualcosa di palesemente non funzionante.
    In passato aveva già provato a chiedere informazione a quella gentaglia, e talvolta era riuscita a tirarne fuori qualcosa di buono: sperò di essere fortunata ancora una volta.
    "Hey" lo chiamò, incrociando le braccia sul petto per darsi un'aria più autoritaria, cercando di smorzare l'aspetto poco intimidatorio che la sua sfortunata corporatura - minuta e dolce - le dava. Era vestita interamente di nero, con un maglioncino infilato in dei jeans a vita alta, a loro volta soffocati negli anfibi tattici, e un giacchetto di pelle.
    "Scommetto che sai un sacco di cose tu, se hai da guadagnarci" mormorò, piegando il capo verso destra e indicando leggermente la direzione del Vault.
    "Mi hanno detto che c'è gente che entra lì e non esce, l'hai mica notato anche tu?" chiese con noncuranza, guardandosi attorno ancora una volta: se per caso incrociasse con lo sguardo le figure degli altri interessati allo stesso Vault, forse si accorgerebbe del fatto che non appartengano a quel luogo.
    "Eppure ci sono due tizi armati all'ingresso, e se c'è gente che non esce da lì, è gente che in qualche modo ci è entrata..." Lasciò intendere che avrebbe voluto avere un riscontro dal ragazzetto, per cui alzò leggermente le sopracciglia, come a esortarlo a interagire con lei.



    code made by zachary, copia e t'ammazzo©
     
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15 replies since 25/11/2018, 20:33   557 views
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