Another brick in the wall

Jane Shepard

◆ 25 years ◆ human ◆ single

◆programmer ◆ III level

◆ etero ◆ 175 bitcoin

Fissare il soffitto a volte era l'unica cosa che aveva voglia di fare, era sveglia da quasi un'ora ma non aveva ancora trovato la voglia di alzarsi. Il suo letto era così comodo e caldo che provava un senso di fastidio al solo pensiero di uscire di casa, al suono dell'ennesima sveglia, però, Jane dovette cedere. Raccolse dalla poltrona i vestiti che aveva lasciato lì il giorno precedente, una spessa camicia dai colori caldi sembrava avvolgerla completamente una volta indossata probabilmente perchè era di di una taglia più grande rispetto al normale, l'unico regalo che le avevano fatto i suoi che le era stato davvero utile.

I tacchi degli stivaletti ticchettavano contro l'asfalto, un suono regolare e veloce che si concluse sulla moquette del suo ufficio, non era affatto grande, un loculo con giusto la spazio per una scrivania, un olocomputer, qualche hard disk sparso qua e la e una mela mangiata, a quanto pareva, il giorno prima. Jane aveva lasciato si disordine ma non sporcizia alla sua postazione, odiava quando qualcuno usava le sue cose, senza permesso poi rovinava proprio la sua giornata. Buttò la mela smangiucchiata con disgusto sedendosi poi sulla poltrona. Erano solo le 8.40 di mattina e già voleva andarsene, in più le era appena arrivata la notifica sul controllo ad alcuni androidi della Marina Militare: "Grandioso. - disse tra sè e sè - Adoro interrompere il mio lavoro per vedere se qualche androide è così schizzato da dare i numeri in servizio." Diede una veloce occhiata alla lista. il primo appuntamento era fissato da lì a 15 minuti, nemmeno il tempo di prendersi un caffè, o quello che almeno sembrava caffè, prese con sè la valigetta con tutti gli strumenti necessari: portatile, cavi, tablet, generatore a impulsi, memorie estraibili e chi più ne ha più ne metta. Jane sospirò, sperava davvero di potersi mettere d'impegno su caso di Douglas quel giorno, maledì il Signor Miles con i suoi continui controlli e pratiche di inutile rutine, in questo modo la faceva soltanto distrarre dalla sua direttiva principale.

Sala testing E.L.0 recitava l'avviso di appuntamento, Jane era tutto sommato molto tranquilla, poco prima di varcare la porta a vetri, però, venne investita da una strana sensazione di deja-vu, la stanza in cui stava per addentrarsi era quasi identica a quella dove aveva interrogato R. Douglas, non era finita bene quella volta. Cercò di dissimulare quell'attimo di smarrimento facendo un respiro controllato e, assumendo una posa il più solenne possibile, passò la chiave elettronica e varcò la porta.

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Il replicante la stava aspettando paziente nella stanzetta bianca, appena instaurato un contatto visivo Jane salutò a sua volta l'androide: "Buongiorno a te - Abbassò lo sguardo per un secondo in modo da poter leggere il nome che era stato affibbiato all'individuo davanti a lei - Blaze. Prego siediti pure." Concluse con un gesto della mano che lo invitava ad accomodarsi sulla candida sedia di plastica. Guardare nuovamente negli occhi un replicante suscitava in lei un certo nervosismo, il ricordo dell'autospegnimento di Douglas era più che mai vivido nella sua memoria come il negativo di una fotografia. Abbozzò un sorriso leggendo il rapporto su Blaze: "Bene, un eroe di guerra vedo. Iniziamo con le solite domande di rutine per vedere se la tua memoria centrale funziona correttamente. Avrei bisogno del tuo modello, numero di serie e anno di rilascio." Jane si grattò la nuca mentre passava gli occhi sulla diagnostica generale sembra tutto a posto si disse mentalmente la ragazza. Poi, posando gli occhi nuovamente su R.Blaze continuò con le domande: "Qui dice che sei un supporto tecnico, è corretto? Ho bisogno di conoscere i dettagli della tua ultima missione per sondare la tua memoria a breve termine. Mi sapresti riassumere quello che è successo? Ti chiederei di attribuire un giorno e un'ora specifici ai fatti che esporrai." Quel tipo di domanda avrebbe dovuto suscitare un qualche tipo di remora da parte dell'interlocutore se quest'ultimo fosse stato umano, Blaze era un androide, una anomalia nella diagnostica avrebbe evidenziato una possibile devianza nel soggetto, cosa che la Wallace non poteva permettere di lasciar scappare. Il tablet di Jane le vibrò tra le mani aggiornamenti sul caso R.Douglas, era ora... La ragazza sorrise istintivamente mentre l'androide davanti a lei continuava a esporre quanto gli era stato richiesto. Tornò a Blaze, quel colloquio doveva fugare ogni dubbio di mal funzionamento, la domanda cruciale ormai da qualche mese a quella parte era sempre la stessa: "Molto bene, ora come ti senti?" Jane sorrise candidamente come per fare in modo che l'androide si sentisse a proprio agio, a volte si sentiva meschina a fingere un comportamento così caloroso ed accogliente solo per cogliere in fallo i potenziali devianti. Non era giusto prima e continuava a non essere giusto nemmeno in quel momento. Ma è necessario Si disse combattuta.

Jane Shepard

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Il racconto dell'androide fu dettagliato e quasi noioso ma Jane si costrinse a mantenere uno sguardo attento e interessato alle parole dell'interlocutore, non era certo la prima volta che faceva finta di ascoltare. Le specifiche del replicante erano perfette, non c'era nulla fuori posto era del tutto impossibile che avesse problemi o danni ai chip mnemonici. Fu ben più di suo interesse alla risposta seguente e si sentì quasi delusa nel sentire che il replicante non aveva colto in nessun modo la provocazione da lei lanciata. Si trovava definitivamente davanti a qualcosa che era perfetto, progettato per fare ciò che agli uomini non era consentito, missioni ad alto rischio, intenso stress psicologico, condizioni climatico-atmosferiche impensabili per la vita umana. Persino il suo aspetto era curato per sembrare gradevole, ci fu un momento in cui Jane si sentì così imperfetta da non essere più necessaria, una macchina poteva fare il suo lavoro più velocemente e in maniera più efficiente non importava quanto lei si impegnasse per eccellere, non si possono sconfiggere programmazione e circuiti. "Ahi... - Commentò la giovane quando sentì il finale del suo racconto - Nulla che la Wallace non possa riparare comunque." Concluse sprezzante.

Jane sorrise: "Molto bene, ne sono lieta. Sai, è strano che un semplice androide di supporto sia stato inviato fino a qui e fatto ricostruire. Sarebbe stato ben più economico gettarti via e sostituirti con uno nuovo. Hai qualche idea del motivo per cui lo stato spende tutti questi soldi per una macchina?" Fredda, se le stesse parole le avesse rivolte ad un deviante probabilmente sarebbe saltato sulla sedia e iniziato a sbraitare per la rabbia ma non Blaze era più che certa che avrebbe risposto in maniera composta, probabilmente avrebbe mentito ma questo non le interessava affatto.
La Shepard sembrò ravvedersi poco dopo, si schiarì quindi la voce e continuò il suo interrogatorio: "Ma torniamo al nostro colloquio, quali sono le tue mansioni nello specifico R. Blaze?"