Rub salt into the wound

Jane - John

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  1. Jane Shepard
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    Jane Shepard

    ◆ 25 years ◆ human ◆ single
    ◆programmer ◆ III level
    ◆ etero ◆ 175 bitcoin

    La maggior parte delle nostre ferite guarisce, lasciando solo cicatrici, ma alcune non guariscono. Le portiamo con noi ovunque, e il dolore resta.

    Jane avrebbe voluto essere invisibile, avrebbe preferito scomparire dalla circolazione per una settimana o un mese, tutto le sembrava così sbagliato e pericoloso, ogni angolo poteva esserci qualcuno intenzionato a farle del male. Era diventata paranoica negli ultimi giorni, il fantasma di sè stessa, le era capitato solo una volta nella vita di avere veramente paura di qualcosa ma mai si era torturata tanto a lungo.
    La giovane passeggiava convulsamente avanti e indietro dalla cucina al salotto da venti minuti buoni, non sopportava questo suo immobilismo; quello che più importava era togliersi dalla testa quello che era successo, se avesse potuto l'avrebbe sotterrato in profondità, nascosto in qualche anfratto dimenticato della sua memoria. Aveva tentato più e più volte ma ogni volta che chiudeva gli occhi sentiva ancora le corde che le stringevano i polsi e come un eco della voce di quel vecchio pazzo, senza parlare della gelida presa del suo replicante, Jane scosse la testa. "No, no, no, basta." Il suo livello di esasperazione si era fatto tale da avere quasi l'istinto di chiamare i suoi ma si era fermata poco prima di avviare la chiamata, non avrebbe aiutato e in fondo non aveva affatto voglia di sentire la loro e trovarseli in casa nel giro di 3 picosecondi.
    Sospirò, cercò di calmarsi per un attimo mettendosi due dita sugli occhi e reclinando la testa indietro. Doveva sottoporsi ad una terapia d'urto, qualcosa che la svegliasse da quel torpore, quale modo migliore se non andare al secondo livello e infilarsi nel primo pub dall'aria losca che trovava? Non era certo felice della decisione che aveva preso ma ormai si era messa in testa quell'idea e non sarebbe stata contenta fino a che non avrebbe messo il muso in quel bar e fronteggiato la sua paura, magari davanti a qualcosa con una concentrazione di alcool abbastanza elevata da farle guadagnare il coraggio che probabilmente le sarebbe mancato.

    Prese i primi indumenti che le erano capitati a tiro, una blusa chiara e molto leggera, jeans neri e il suo immancabile cappotto nero lungo fino alle ginocchia. Appena uscita dalla porta di casa uno sbuffo di aria calda le scompigliò i capelli, non che prima fossero in ordine ma sicuramente quella folata non aveva certo migliorato la situazione; Jane cercò di sistemarseli in qualche modo e poi continuò a camminare fino alla fermata del MagLev, non dovette aspettare molto prima di mettervi piede. A quell'ora del mattino non c'era molta gente in giro, solo qualche barbone rannicchiato nelle sue sudice coperte di quello che una volta era tessuto, fortunatamente il tragitto fu breve, sette minuti dopo era già alla banchina del secondo livello, qui c'erano molte più persone e l'aria era sicuramente più rarefatta rispetto al al piano superiore. Stringendosi nel cappotto Jane passò a fianco di numerosi individui alcuni dall'aria bizzarra altri dall'aria spaventosa; entrò infine in un locale che le sembrava abbastanza bettola anche per il secondo livello.

    La moquette aveva visto sicuramente giorni migliori, costellata di buchi e bruciature sembrava essere stato il campo di battaglia per qualche sparatoria a colpa di pistole ad energia fotonica, Jane passò oltre e raggiunse lentamente il bancone sedendovisi, il barista dall'aria sospetta le riservò un'occhiata fugace poi si accese un sigaro dall'odore nauseante e si avvicinò alla ragazza: "Ti sei persa principessa? Il quartiere delle spogliarelliste e infondo all'angolo a sinistra." La ragazza mantenne una espressione dura in viso, il tono dell'uomo le aveva fatto venire i brividi ma lei non emise suono e lo guardò dritto negli occhi. "Hey, neanche un sorriso continuò piacevolmente sorpreso - Vuoi bere qualcosa oppure preferisci fissarmi ancora a lungo?" Le chiese poi armeggiando con i bicchieri. "Rayncol. Con ghiaccio." Il barista la guardò per un attimo pensieroso poi face spallucce e versò il liquore in un largo bicchiere di vetro, dopo aver inserito tre cubetti di ghiaccio lo posò di fronte alla ragazza, non fece in tempo a fare nessun altro movimento che la donna parlò nuovamente: "Lascia la bottiglia." un rapido gesto sul factotum saldò l'intero prezzo dell'alcolico tanto che il negoziante fu ben felice di lasciare la bottiglia accanto alla ragazza.
    In quel momento Jane si guardò finalmente intorno, vi erano altri tre o quattro clienti nel bar, mormoravano tra loro e sembravano piuttosto tranquilli. Fu in quel momento che fu presa dal panico, si rese conto di dove si era andata ad infilare e il suo cure cominciò a battere sempre più forte, la mano destra corse sul braccio sinistro, il profondo taglio a cui aveva applicato dei punti di fortuna sembrò pulsare: strinse gli occhi per un attimo, qualche goccia di sangue scarlatto macchiò la blusa ma la ragazza non sembrò accorgersene. Non volendo arrendersi al terrore per tutta risposta trangugiò l'intero contenuto del bicchiere davanti a lei. Sentì la gola bruciarle così tanto che pensò di non poter più respirare ma preferì di gran lunga quel dolore fisico piuttosto che la momentanea fragilità, l'odore pungente di alcool le inondò il naso anestetizzandolo per qualche secondo, ci mise un minuto buono per riacquistare la sensibilità delle papille gustative quindi si versò un nuovo bicchiere di Rayncol. Non era mai stata una assidua bevitrice, aveva passato le sue sbornie ma nulla di eccezionale e sapeva che con quel liquore sarebbe finita male, era uno tra i più concentrati e meno filtrati di tutto l'ammasso fino a quel momento esplorato. Lo aveva già assaggiato mentre era a Fahrenheit ma non aveva mai commesso l'imprudenza di scolarsi una intera bottiglia da sola.
    ◆ codice role Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT


    Edited by Jane Shepard - 15/11/2018, 18:27
     
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    John Hall
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    Umano • Mercenario Ricercato • scheda
    Qualche giorno prima John aveva fatto visita a suo fratello, poi era riuscito finalmente a trovare un fucile nuovo di zecca ad un prezzo ragionevole, l'unica cosa che ora mancava era un lavoro con una paga decente e non come il solito.
    Quella sera a quanto pareva Bay City non aveva nessun lavoro da offrire ad un mercenario ricercato, quindi come spendere il resto della serata? Semplice, solita capatina nella solita bettola. Non che il secondo livello non avesse niente di meglio da offrire, ma sicuramente era il miglior posto dove potesse permettersi almeno un drink.
    Quindi si mise pantaloni e scarpe ed indossò il maglione nero con sopra una giacca in pelle marrone ed uscì dal suo rifugio al primo livello. Non ci mise molto ad arrivare al secondo livello, dopotutto ormai sapeva bene come muoversi.
    Entrò nel locale e vi erano i soliti tre o quattro ubriaconi che non appena videro John smisero di borbottare tra di loro e lo salutarono con le mani, dopotutto ormai lì era abbastanza conosciuto. Infatti le rare volte che il locale era più affollato Tom, il proprietario, lo assumeva come buttafuori e John aveva fatto sempre un ottimo lavoro.
    Si dirisse verso il bancone dove prese posto nel primo posto libero che trovò, accanto ad una donna.
    «Ehi John! Non ti avevo visto entrare, che si dice?»
    John spalancò le braccia.
    «Il solito Tom, sono sempre in cerca di lavoro»
    Richiuse le braccia e portò i gomiti sul bancone.
    «Beh, in questo caso sei nel posto giusto. Questo fine settimana avrei di nuovo bisogno di te per fare il buttafuori, solita paga. Che ne dici?»
    «Sì certo, sempre a disposizione»
    Tom sorrise e batté entrambe la mani sul bancone.
    Splendido, si può sempre contare su di te Hall. Ti porto il solito?»
    John fece un cenno d'assenso con il capo, allora il proprietario posò di fronte a lui un bicchiere e tirò fuori la solita bottiglia di whisky. Riempì il bicchiere quasi all'orlo e John rimase alquanto stupito. Normalmente era molto più tirchio con la quantità di whisky che serviva, infatti di norma non superava di molto il fondo del bicchiere. Hall lo guardò ed indicò il bicchiere come per dire"E questo?".
    «Vedilo come un extra in anticipo. Offre la casa», disse per poi allontanarsi.
    John ringraziò alzando il bicchiere verso il proprietario e mandò giù un piccolo sorso, aveva l'intenzione di gustarselo per bene. Si guardò un po' intorno, e l'occhio gli cadde sulla bottiglia di Rayncol che aveva la donna al suo fianco.
    «Serataccia?», disse con il suo solito tono basso e pacato. Mandò giù un'altro sorso.
    «Se l'intenzione è quella di ammazzarti, allora lo stai facendo nel modo giusto»
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  3. Jane Shepard
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    Jane Shepard

    ◆ 25 years ◆ human ◆ single
    ◆programmer ◆ III level
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    La maggior parte delle nostre ferite guarisce, lasciando solo cicatrici, ma alcune non guariscono. Le portiamo con noi ovunque, e il dolore resta.

    Entrò un nuovo avventore, Jane sentì i suoi passi pesanti e regolari avvicinarsi sempre più fino a fermarsi a pochi centimetri da lei, sembrava essere amico del barista o, più probabilmente, un qualche ti collaboratore a quanto la ragazza aveva appena sentito. Perfetto, l'amichetto del simpaticone pensò Jane facendo scorrere il dito sul bordo del bicchiere quando fu interrotta proprio dall'uomo al suo fianco. La ragazza parlò senza alzare lo sguardo: "Circa, sto cercando di capire se sarà l'ultima. - ascoltando la successiva affermazione dell'uomo fece correre lo sguardo sulla bottiglia di Rayncol, si, era stato incredibilmente stupido tenerla con sè e addirittura pagarla - Non sono il tipo di persona che si ubriaca a morte solitamente." Concluse guardando finalmente negli occhi il suo interlocutore: un uomo trasandato, con lineamenti duri e spigolosi, lo sguardo serio. Poteva essere tranquillamente la descrizione perfetta per un serial killer, o forse per un sicario. Qualcuno che viene pagato per ammazzare la gente e che non ha remore né codice etico a quel pensiero la ragazza si irrigidì per qualche secondo, immobilizzata da quella supposizione così pessimista. Si portò nuovamente il bicchiere alla bocca ma bagnando solamente le labbra questa volta, un gesto spontaneo, quasi involontario.

    "Anzi, sono molto legata alla vita." disse per rafforzare il concetto come se quell'uomo non le avesse creduto, non le era mai passato per la testa di farla finita, era semplicemente logorata dalla paura di vivere. Sospirò rumorosamente, in fondo con chi si stava giustificando? Con uno sconosciuto che poteva essere Jack lo Squartatore del II livello. Trattenne una risata a quel pensiero, era sempre stata una persona spavalda che rideva in faccia al pericolo, che si lasciava sempre una via di fuga dalle situazioni scomode e che si era sempre rialzata di fronte alle difficoltà. Forse il suo segreto era sempre stato non rimuginare troppo sulle scelte che erano state prese e scrivere la propria storia vivendo il presente, forse non aveva accettato la sconfitta o forse si era resa conto di quanto il mondo fosse governato da un pugno di uomini con tanti soldi da seppellire una montagna.
    Guardò di nuovo l'uomo di fronte a lei.
    Abbraccia il pericolo.
    "Comunque io sono Jane." Disse porgendogli la mano e accennando appena un sorriso.
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    Edited by Jane Shepard - 15/11/2018, 18:29
     
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  4. Blach
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    John Hall
    dgXcfPB
    Umano • Mercenario Ricercato • scheda
    John sorrise alle successive parole della donna e mandò giù un altro po' della sua bevanda, ormai quel bel bicchiere di whisky gratuito era quasi finito. La donna continuò e disse di essere molto legata alla vita, allora il mercenario alzò il bicchiere a mo' di brindisi.
    «Amen... dopotutto la vita è l'unica cosa concreta che abbiamo, a prescindere da quanto possa fare schifo»
    Mandò giù l'ultimo sorso e guardò triste il fondo del bicchiere.
    «Cazzo... il prossimo mi tocca pagarlo...», mormorò tra sé e sé.
    La donna si presentò come Jane e gli porse la mano. Sulle prime John la guardò alquanto perplesso, dopotutto era tempo che non socializzava con persone che non fossero suo fratello o comunque datori di lavoro.
    "Avanti Thomas non ti sarai di certo scordato come si fa", quel pensiero lo fece bloccare nuovamente. Ormai si era abituato a pensare a sé stesso come John Hall e non Thomas Anderson. Sentì un pizzico di nostalgia.
    Dopo qualche istante si ricordò che la donna era ancora lì a porgerli la mano, così si ricompose e gliela strinse.
    «John»
    «Allora Jane ho una proposta», continuò puntando la bottiglia della donna.
    «Che ne dici se ti aiuto a finirla e magari se poi ne abbiamo voglia, potrei anche offrire un secondo giro».
    Certo non aveva molti soldi, ma sperava che magari sarebbe riuscito a farsi offrire da Tom pure il secondo giro.
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  5. Jane Shepard
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    Jane Shepard

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    La maggior parte delle nostre ferite guarisce, lasciando solo cicatrici, ma alcune non guariscono. Le portiamo con noi ovunque, e il dolore resta.

    Jane trovò stranamente divertente il commento di quell'uomo e sentì di apprezzarlo già di più, si unì al brindisi bevendo un generoso sorso della sua bevanda, questa volta il bruciore era sopportabile, probabilmente perché si era già ustionata tre quarti dei recettori nervosi che aveva in gola.
    Quando la donna si presentò il suo interlocutore sembrò tentennare, forse non era il pazzo furioso che Jane si era immaginata, un assassino non vacilla di fronte ad una nuova vittima oppure, semplicemente, era così bravo da celare perfettamente le sue intenzioni. Sentì la stretta di lui, decisa, tanto che avrebbe potuto spezzarle un braccio se solo avesse voluto, la giovane non si sentì di abbassare la guardia ma fu ben felice di smezzare l'alcool con il nuovo arrivato, se era malintenzionato probabilmente ne sarebbe uscito debilitato almeno quanto lei, si mise un dito sulle labbra poi portò la mano alla bottiglia spingendola un poco verso all'uomo che poco prima si era presentato come John: "Serviti pure." Jane si tolse il cappotto, lo ripiegò ordinatamente appoggiandolo allo sgabello alla sua sinistra; gli effetti dell'alcool iniziavano a farsi sentire, le sembrava quasi che avessero acceso un riscaldamento a parete dalle vampate di calore che di tanto in tanto sentiva arrivare sul viso. Probabilmente le sue gote si erano fatte più rosee del normale, le succedeva sempre anche bevendo un solo bicchiere di vino.

    "Quindi - disse allora la ragazza appoggiandosi al bancone e sorreggendo la testa con il braccio sinistro - del momento che siamo due sconosciuti in un bar questo è il tipico momento in cui ci lamentiamo di quanti patetici problemi sia piana la nostra vita, giusto?" Il tono di Jane era sostenuto ma rilassato, le era sempre piaciuto condividere da bere sopratutto con gli estranei, stranamente in quelle occasioni era be più loquace con gli sconosciuti piuttosto che con i conoscenti anche se probabilmente era solo il Rayncol che parlava, in vino veritas d'altronde. "Prima i signori." Disse poi sorridendo per la prima volta dopo tanto tempo e portandosi indietro una ciocca di capelli, non si accorse, però, che così facendo espose agli occhi dell'uomo i punti di sutura messi artigianalmente e in malo modo sul polso sinistro.
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    Edited by Jane Shepard - 15/11/2018, 18:30
     
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