I would be married to a single life

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Lucas Hall
Find what you love, and let it kill you

Il tempo che trascorreva fuori dalla rete era un po’ come un lungo e noioso periodo di convalescenza da un’influenza sfibrante, ma che non vedeva l’ora di riabbracciare. Come il peggiore dei tossici anche Lucas aveva la sua malsana dipendenza a cui nessun effetto collaterale poteva strapparlo via per riportarlo sulla retta via dei sani e ligi individui di buon senso. Ipocriti. Li guardava a volte dalla finestra del suo appartamento sfrecciare nello loro hovercar tra i grattaceli di Bay City, intrappolati nelle loro piccole vite con le loro piccole preoccupazioni e le loro asfissianti famiglie a cui avrebbero dedicato giusto il tempo di una cena insieme in compagnia di televisione e cellulari. Preferiva la virtuale sensazione di una libertà selvaggia della rete risetto a quella realtà deprimente. A riportarlo indietro dai suoi interessi ludici quella volta fu Alfred, la sua IA casalinga, a cui aveva dato il nome e l’aspetto del maggiordomo di Batman. «Ha un’ospite, signore», chi era a quell’ora? Le possibilità erano particolarmente ristrette, il ragazzo delle consegne del ristorante cinese in fondo alla strada, o suo fratello. «Lo faccio entrare signore?». Aveva soppesato l’idea di fingere di non essere in casa, ma sarebbe stato decisamente poco credibile. «Va bene, apri la porta» Scollegò il cyberdeck e rimosse i visori di realtà virtuale. Scendere dalla pedana di supporto era come scendere dal seggiolino delle montagne russe, giramenti di testa e stanchezza a parte stare in rete era particolarmente sfibrante per il corpo. Barcollò assonnato tra la sua roba sparsa un po’ ovunque, per poi sprofondare nel suo vecchio divano consunto. Sentì intanto la porta aprirsi e richiudersi dietro le spalle del suo fratellone ricercato, quel pensiero era talmente assurdo da essere ilare. Per la prima volta non era più la pecora nera della famiglia. «Spero tu abbia almeno portato da mangiare!», quel tipo di atteggiamento era esattamente il genere di ragioni per cui non aveva uno straccio di amico. D’altronde non riteneva di aver bisogno di nessuno, se non un fattorino per le pizze e uno per il pollo alle mandorle. «Allora?» gridò cercando di sbirciare all’ingresso suo fratello.

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Lucas Hall
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Sentì l’odore dei ravioli di manzo ancora prima di vedere le buste sollevarsi miracolosamente alle estremità delle braccia di suo fratello, completamente offuscato dalla dolce visione del desiderato approvvigionamento. Sapeva che un umile quanto ipocrita “non dovevi” era d’obbligo in quella circostanza, visto che la nuova vita sotto il falso nome di John Hall non era cominciata proprio sotto i migliori auspici. In effetti per un ex militare trovarsi a fare da guardia del corpo era un bel passo indietro nella crudele catena di guadagno di Bay City, nonostante in verità non fosse poi un così grosso cambiamento visto che in entrambi i casi lavorava per viscidi criminali pieni di soldi. L’esortazione di John ad alzarsi dal divano rabbuiò il suo umore dandogli il pretesto di una reazione inopportuna alle sue insinuazioni di scarsa igiene, «hai dei brutti capelli»… avrebbe potuto fare di meglio, ma era troppo stanco per pensare ad un insulto più creativo. Si rotolò giù dal divano con un grugnito rumoroso, seguito da lamenti straziati che probabilmente John non aveva sentito nemmeno in guerra, «Sono troppo vecchio per queste cose». Si sollevò aggrappandosi alla poltrona che gli faceva da guardaroba. Alla fine si avviò a passi strisciati verso una delle due sedie accostate al tavolo di fronte il bancone a piastre elettriche che gli faceva da cucina, una delle poche cose rimaste come nuove. «Hai preso il pollo alle mandorle? Doppia salsa e biscotti della fortuna? Sono come l’oroscopo, non posso affrontare il futuro senza quei saggi pezzettini di carta che mi dicono cosa fare», sbirciò le buste del fratello cercando di intuire quali deliziosi segreti contenessero all’interno. «Com’è andato il lavoro? Non dirmi che hai disertato di nuovo, anche perché prendere in giro quelli del protettorato è un conto, prendere in giro quelli del primo livello…» scosse la testa fingendo un’aria terrorizzata <b«potrebbero staccarci le unghie degli alluci».

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Lucas Hall
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Il parrucchiere in effetti era off limits per chi voleva mantenere un basso profilo. Nessuno poteva sostenere la propria copertura sotto i colpi di un loquace parrucchiere omosessuale. Sarebbe stato più rapido andare in giro con un gigantesco cartello con su scritto “sospetto”. Domande indiscrete e relazioni durature erano il tipico esempio di ciò che andava a tutti costi evitato ed uno dei motivi principali per cui due terzi degli abitanti del primo livello non parlavano mai con nessuno. «Potrei farteli io, sceglierei sfumature rosa brillante per la tinta e una frangetta, così smetteresti di assomigliare ad un border collie» commentò scimmiottando il tono ridicolo di un uomo di mezza età con interessi singolari. «Ti farei anche quella barba ridicola, non tutti possono portarla» aggiunse massaggiandosi la barba ispida e folta che la pigrizia aveva lasciato crescere indiscriminatamente. Intercettò nella busta di provvigioni la scatola di pollo alle mandorle e le bacchette che aprì con un gesto secco. «Ti dico io a cosa serve la realtà: il cibo» cominciò sfoderano il suo tocco magico per prendere un tocchetto di pollo particolarmente grande, «e l’ossigeno». Masticò il pezzo di pollo mugugnando versetti di piacere. Ascoltò il resoconto del fratello sulla mirabolante avventura, personalmente non tirava un pugno a qualcuno di reale dalla terza elementare, ma trovava particolarmente affascinante il modo in cui suo fratello si destreggiava in quel genere di attività senza riportare nemmeno un livido. «Se vuoi ti trovo qualcosa di più avvincente. Ma ti avverto, sulla dark-net c’è gente che chiede commissioni completamente assurde», scosse la testa ripensando ad alcune raccapriccianti richieste che gli avevano messo i brividi. Quando si trovava a contatto con la feccia dell’umanità ripensava alla possibilità di fare qualche soffiata alla polizia. Poi ricordava che la sua pelle valeva più di quella di chiunque altro e andava avanti. Annegò il cinismo insieme all’ennesimo pezzetto di pollo nella salsa agrodolce. «E’ lì che trovo i lavori che pagano meglio, ma ci vado solo nei casi disperati, sai, per mantenere la baracca e il resto» fece un segno con le bacchette all’area circostante. «Fino a che punto sei disposto a… spingerti? Insomma che cos’è che non faresti mai e poi mai? Uccidere un uomo? Un bambino? Lavorare per un venditore di schiave sessuali, o roba del genere? ».

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Lucas Hall
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Era ancora meravigliosamente immerso nella scatola di carta con il pollo alle mandorle quando suo fratello rispose ad una domanda che mai e poi avrebbe immaginato di porre proprio a lui. Da quando erano ragazzini Thommy era quello che seguiva le regole, quello che da grande voleva diventare come papà, proteggere le persone, difendere il Protettorato, far parte di quel frangente della società in cui la legge è tutto e non esiste nient’altro. Una noia mortale. Si era sempre sentito la pecora nera della famiglia perché una parte di lui, una microscopica perfida parte di lui voleva sentire il brivido di rubare le caramelle da un negozio. Non erano poveri, anzi erano pieni di soldi, ricchi da fare schifo, i loro genitori avevano tutte le carte per diventare Mat un giorno, in poco meno di un mezzo secolo, un tempo irrisorio per come si erano ormai messe le cose per l’umanità grazie alle pile corticali. Invece ecco che davanti a lui suo fratello, il vecchio Thomas, stanco e trasandato, con le mani immerse nel fango del primo livello si dichiarava aperto ad ogni possibilità. Lo osservò con la fronte corrucciata e uno sguardo indecifrabile negli occhi. Stava lì a fissarlo in verità perché cercava di capire dove lo avrebbe portato quella piega che aveva preso il fratello. Non voleva che finisse nei guai, ma era più facile che potesse dargli una mano se si occupava degli elementi tattici di persona. «D’accordo allora». Si pulì con la manica della felpa che aveva in dosso e s’infilò le bacchette nella tasca. «Alfred, papà ti vuole», si alzò dalla sedia su cui era abbarbicato schioccando le dita. L’IA comparve sul posto con tanto di inchino. «Dio quanto mi piace questa funzione, l’ho inserita da poco» aggiunse lanciando un sorriso al fratello. «La prima cosa da fare, come hai detto tu, è trovarti un’arma degna del tuo calibro. Alfred entra nella Darknet mostrami tutti i prototipi di fucili da cecchino in vendita, ruba buona, mi raccomando Alfie che mio fratello non è un principiante». «Come desidera». Il sistema olografico che aveva impiantato in casa in un attimo fece apparire una lista tridimensionale di tutti i migliori fucili di precisione sul mercato. Con un sorriso stampato in faccia si voltò in direzione del fratello allargando le braccia di fronte il ben di dio che li circondava. «Ti ho portato in paradiso, ammettilo».

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Lucas Hall
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Come ogni bravo soldato Johnny sfoggiava la tipica faccia da tonno di tutti quelli a cui il Protettorato aveva succhiato via il cervello con una bella cannuccia. Il governo amava fare lavaggi del cervello per trasformare le nuove reclute in soldatini ben addestrati. C'era da dire che Johnny si dimostrato piuttosto portato. Il fatto che adesso sorridesse come un bambino a natale fu un sollievo. lL vecchio Thomas stava finalmente tornando. "Oh oh oh" se ne uscì fingendo di essere un babbo natale fuori stagione, "qualcuno è sulla lista dei cattivi quest'anno!" fece scorrere la lista delle armi fino a quando non trovò la 383. "E ai cattivi sai cosa si portano?? Armi!" selezionò l'arma e aggiunse alla lista della spesa anche una iGT "questa te la offre la casa". Comprare quel regalino mandò definitivamente in rosso il suo conto, "bene dovrebbero arrivare con le spedizioni di domani. Va bene così Alfred, chiudi tutto". Luke tornò a tavola prendendo in mano di nuovo il pollo alle mandorle, "ora ti manca solo una missione che si addica di più alle tue..." esitò armeggiando con le bacchette "qualità. Insomma non la prendere sul personale, ma tu sei più il tipo che fa l'eroe, non ci sono molte occasioni buone al primo livello, però ieri ho trovato una cosuccia. Cosa ne pensi di donzelle in difficoltà?"

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Lucas Hall
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Non gli piaceva sbandierarlo in giro, ma con suo fratello tendeva ad essere particolarmente protettivo. Non che ne avesse mai avuto bisogno, con tutta la storia del diventare militare era sempre stato abbastanza bravo a difendersi da solo, ma quando si trattava di affari di cuore era tutta un'altra storia. "Ti riferisci alla strega che ha quasi cercato di ucciderti quando vi siete lasciati? Non credo che esista un'altra donna simile... e se esistesse tu l'avresti già trovata e sposata". scosse la testa tornando alle bacchette e il pollo con le mandorle. "Sie una calamita per le pazze isteriche, ma spero vivamente che non trasformerai la missione nella tua luna di miele. Devi scortare una donna da un laboratorio ai confini della città fino alla sede della Wallace Corp. Il tragitto è lungo, ma dovresti farcela, ti daranno loro una macchina a sospensione, pare che non vogliano che la loro pupilla si spezzi nemmeno un unghia durante il tragitto. Di sicuro c'è qualcosa di losco sotto... va beh, qualsiasi cosa sia pagano bene. Cosa ne pensi?"