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R. Alice & Jane Shepard

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    ra quello un giorno importante per la Replicante. Se avesse avuto bisogno di dormire e fosse stata una normale ragazza; avrebbe di sicuro passato la notte insonne per l'ansia, pensando a ciò che sarebbe dovuto accadere il giorno seguente. Quando, per le persone comuni, sarebbe svegliata la sveglia, quel suono avrebbe sancito che era passato precisamente un anno dal suo arrivo all'interno dei Blade Runner. E, probabilmente, per chiunque sarebbe bastato quello a far sì che fosse un giorno speciale. Anche solo emotivamente. Ma, ovviamente, per lei non era così; dato che a livello emotivo la si poteva ritenere parecchio scarsa. Si sarebbero potute iniziare a tirare le prime somme. Girandosi indietro e vedendo cosa fosse accaduto in quell'anno di servizio. Quanto si fosse cambiati. Maturati. Quanti errori fatti da non voler più commettere. Ed invece quante scelte giuste ed intuizioni brillanti da voler perseguire con tanta voglia. Quanti fuggitivi acchiappati. Quanti invece persi chissà dove. Ognuno dei quali ancora ben saldi nella memoria in volto ed in nome, in modo da non dimenticarli mai; in modo da non considerare mai un caso realmente "concluso" finchè la preda non sarebbe stata nelle proprie mani. Ovviamente molti volti non sarebbero riapparsi mai più; ma comunque non li si sarebbe dimenticati ed avrebbero per sempre fatto compagnia la mente di chi prende troppo sul serio il suo lavoro e non accetta di non portarne a compito uno.
    Si potrebbe guardare indietro all'anno trascorso, riflettendo al motivo per cui spesso e volentieri si finisce a fare missioni da sola. A quanto poco si riesce a comunicare ed interagire con gli altri cacciatori di taglie. A riflettere a dove avessero sbagliato loro e dove avessi sbagliato tu. Per quanto il loro sbaglio possa solo essere il fatto di esistere, non essere altamente efficienti e performanti. Per quanto il tuo sbaglio possa essere l'essere estremamente inflessibile sulle regole ed ordini; non riuscendo ad interagire con l'essere umano e tutte le sue sfaccettature. Provando a mandare giù od a sopportare la compagnia altrui anche solo per il quieto vivere o per il bene delle operazioni. In quanto un compagno di missione, di sicuro, farebbe più bene che male.
    Ma, forse, questa sarebbe solo una visione troppo umana e sentimentale di un anno appena trascorso. Nulla che potrebbe mai toccare realmente la mente di un Replicante, soprattutto come R. Alice. Per lei non era altro che un anno appena passato. Con ordini eseguiti e missioni svolte. Proprio come il primo anno delle sua vita durante l'addestramento. Proprio come l'anno che si apprestava ad iniziare. Nulla sarebbe cambiato, se non il colore e la lunghezza dei suoi capelli. Forse, alla fine, il Deviante non era altro che il riassunto e la concretezza di un essere umano. Od almeno di quello medio. Senza tutti i giri di parole, le sfumature ambigue e le false promesse. Chiunque farebbe un resoconto del genere dopo un primo anno. Ma quanti poi sarebbero in grado di mantenere le promesse di cambiare? Lei passava direttamente oltre, senza perdersi in inutili ciance; evitando di farsi promesse che di sicuro non avrebbe mai mantenuto. Per lei quello non era altro che un anno come tutti gli altri.
    E, se fosse stata una vera ragazza, quella notte non avrebbe dormito per ciò che sarebbe accaduto il giorno seguente.
    Era il giorno del suo controllo.
    Era una routine, andava fatta ogni anno dato il ruolo che ricopriva e non ci si poteva permettere di avere in squadra elementi malfunzionanti o danneggiati, anche in maniera impercettibile. Ma quello era il suo primo controllo come Blade Runner, e non come membro della squadra di addestramento. Sarebbe potuto essere emozionante, soprattutto pensando al fatto che se le avessero trovato qualcosa di grave che non potesse essere riparato in poco tempo e con poco dispendio di risorse; l'avrebbero buttata giù all'Arenodromo, come metallo da macello o per diventare una gladiatrice famosa non importava; alla fine un elemento addestrato come lei di sicuro avrebbe dato spettacolo; e questo contava.
    Quel giorno sarebbe andata in giro con i capelli metà neri e metà biondi, un accostamento che le sembrava piacere particolarmente, anche perché erano la prevalenza dei colori che vedeva in giro si capi delle altre donne. Legò dietro i lati, lasciandone però cadere delicatamente sulle spalle una parte. Indossò una magliettina corta larga e svolazzante di colore blu, su cui mise un coprimaglia rosso che le scendeva fin oltre la vita, coprendole anche la parte avanti della pancia e dietro della schiena lasciandole scoperti i fianchi; che si andava ad adagiare morbidamente su una gonnellina anch'essa di colore blu. Ai piedi aveva delle scarpine lucide un po' aperte, di colore rosso. In quell'occasione non indossò la sua corazza né portò con sé la PKD; dato che di sicuro dove era diretta non le serviva nulla di tutto ciò. Uscì lentamente dalla sua abitazione; non prese neanche la M0-T0, era in leggero anticipo ed avrebbe attraversato il tragitto a piedi. Volendo osservare un po' bene a città, in tutti i suoi mille sgargianti colori cercandone la fonte e provando a classificarli. Avrebbe scrutato anche i colori addosso alle altre donne; proprio come se fosse anche lei una donna, invidiosa dei vestiti altrui ed a cui piaceva non farsi gli affari propri. Stessa cosa che avrebbe fatto anche per le acconciature ed il colore dei capelli. In fondo era quello il suo modo di apprendere e di capire come vestirsi ed acconciarsi. La strada da dover percorrere non era eccessiva, doveva solo attraversare un piano.
    Era diretta alla Wallace Corporation, era proprio lì che avrebbe dovuto sottoporsi al test di routine.
    Vi si trovò dinanzi, alzando lo sguardo davanti quell'imponente struttura tutta vetrata e che sembrava essere all'avanguardia dal punto di vista tecnologico anche al solo guardarla da fuori. C'era già un gran via vai sia di persone a piedi che di velivoli. Poteva essere per lei come una sorta di ritorno a casa. Dopo tanto tempo, anche se non voluto. Alla visione della struttura ci si sarebbe potuti lasciare prendere da momenti romantici ed emotivi. Ma alla fine quello non faceva parte di lei. Entrò velocemente dal grosso ingresso, facendo spalancare due porte di vetro con la pressione dei suoi piedi su un tappetino; e subito si mise alla fila per l'accettazione. In silenzio, senza sbuffare od essere insofferente per l'attesa; come facevano altri vicino a lei. Era solo curiosa di guardarsi intorno, vedere tutti quei Replicanti e quegli scienziati le sembrava davvero affascinante. Molti erano modelli che non aveva mai visto prima, alcuni sembravano essere malfunzionanti; altri ancora solo prototipi. Gli umani che gli erano vicini sembravano particolarmente interessati, capaci e servizievoli.
    Quelli sembravano essere dei buoni esseri umani, efficienti.
    «Salve, sono R. Alice. Nexus 9, categoria BR/AR; codice seriale R 428 420. Sono qui per il controllo di routine annuale per i Blade Runner» Disse una volta arrivato il suo turno allo sportello.

    R. Alice

    Replicante, Cacciatore di taglie

    [x] scheda - [x] memo - starring: Melanie Martinez
    code role © Akicch; - NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT
     
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  2. Jane Shepard
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    Jane Shepard

    ◆ 25 years ◆ human ◆ single
    ◆programmer ◆ III level
    ◆ etero ◆ 160 bitcoin

    La memoria umana è veramente qualcosa di strano: c’è conservata dentro un sacco di roba inutile, un sacco di cianfrusaglie, come in un cassetto. Mentre le cose importanti, quelle realmente necessarie, svaniscono una dopo l’altra.

    Jane amava le mattine, l'aria condizionata del suo appartamento le carezzò il viso svegliandola pochi secondi prima che suonasse la sveglia. Aprì gli occhi, le candide lenzuola bianche erano cadute a terra risultato del sonno particolarmente irrequieto della giovane. Sedutasi sul bordo del letto rimase a fissare il vuoto per qualche minuto grattandosi la testa ancora intontita mentre le luci neutre illuminavano sempre più l'ambiente. Erano le 6:45 e la ragazza stava già sorseggiando il suo the bollente mentre leggeva le ultime notizie sul sul cellulare, gli ologrammi colorati scorrevano sotto le sue dita, una nuova sveglia trillò: le 7:05. Mise la tazza nella lavastoviglie già programmata e andò a vestirsi; una semplice camicia bianca allacciata fino al penultimo bottone, capelli legati in una accurata coda di cavallo e un paio di pantaloni neri e attillati. potevano andare più che bene, decise di non truccarsi, al lavoro non lo riteneva affatto necessario senza contare che l'età giocava a suo favore. Spense le casse che avevano prodotto buona musica fino a quel momento, mise in spalla il suo zainetto e uscì di casa. Un'ondata di aria calda la investì, per quanto potesse essere calda a 130 metri di altezza, probabilmente uno sbuffo di scarico del condizionatore del vicino Prima o poi smonterò quel rottame. Pensò Jane irritata, non sopportava il caldo e sopportava ancora meno il vicino che più che un dirigente sembrava un cavernicolo in una cristalleria che non si atteneva nemmeno alle più semplici regole di buon vicinato. L'ufficio non era distante ma comunque un taxi passava sempre a prenderla alla stessa ora, un piccolo accordo con l'azienda di trasporto: lei curava la versatilità del software e in cambio riceveva una completa e gratuita disponibilità di trasporto con accompagnatore dal lunedì al venerdì. In quando non era possibile farsi venire a prendere noleggiava un veicolo oppure, in rari ed eccezionali casi, prendeva il Levibus che faceva fermata poco distante dalla Wallace Corp. Si portò sulla passerella di vetro in attesa del taxi che non tardò ad arrivare e appena la portiera si aprì si catapultò al suo interno: "Buongiorno Gordon." disse cortesemente al suo autista, l'androide non voltò nemmeno la testa e le rispose cortesemente: "Buongiorno a lei signorina Shepard. La porto alla Wallace Corporation?" Jane sorrise, Gordon era uno dei suoi autisti preferiti, sapeva sempre come porre le domande per farle tornare il buonumore:"Si, attracco N17."

    Entrata in ufficio lasciò lo zaino ai piedi della scrivania e accese l'olocomputer: era appena arrivata, tra le direttive della giornata, una notifica interessante: 'Controllo reazioni e software modello Nexus 9, modello 428420 - R.Alice' dopo un anno di attività tra i Blade Runner era normale presentarsi in sede centrale, fece quindi spallucce e mise in coda l'incarico: prima doveva finire di sistemare le sue relazioni riguardo il sistema di net connection dei nuovi prototipi di replicanti. Jane trovava incredibile come gente più anziana di lei, e quindi si presume con maggiore esperienza, potesse incasinare i codici a tal punto che dovessero essere completamente riscritti per poterli far funzionare correttamente.
    Dopo quattro interminabili ore e tre caffè la giovane Shepard riuscì a terminare il lavoro e inviare il tutto sotto codifica BL24 al centro di approvazione e testing, non ci era mai stata fisicamente ma se lo immaginava come una serie di piccole stanzette poco illuminate in cui si svolgevano procedure inquietanti con cui Jane non aveva alcuna intenzione di averci a che fare. Le piaceva molto il suo lavoro sotto la luce del sole, anche se le lampade a pseudo-xeno rinforzato non potevano essere lontanamente paragonate a vera luce, dove, letteralmente, plasmava veri e propri individui aggiungendo ad alcuni di loro piccoli tratti caratteristici come, per esempio, una particolare passione per la musica oppure stranezze come quelle che aveva letto sul profilo psicologico di R.Alice. Jane non riconobbe la sua firma sul codice dell'androide, non se ne curò, era un semplice controllo di rutine alla fine: domanda, risposta, riempi le caselle e via andare eppure trovava estremamente interessante lo sviluppo di quel replicante, oltre ad alcuni incipit di programmazione notò che il suo codice sembrava come essere stato leggermente modificato nell'ultima stringa, forse sarebbe stato meglio indagare con attenzione. Se ci fosse stato un problema l'avrebbe di certo scovato, era o non era la migliore nel suo campo?

    Mentre si stava dirigendo alla stanza dove avrebbe fatto i dovuti test al replicente Jane ripensò al suo ultimo incontro con un androide fatto e finito, il ricordo della sua espressione le fece gelare il sangue nelle vene. Non avrebbe dato confidenza anche a questo pezzo di ferraglia, non gli avrebbe permesso di farsi leggere come era successo con Douglas, senza contare che aveva scampato la nota rossa sul suo registro personale solo per i risultati che era riuscita ad ottenere. Era meglio rimanere nell'ombra per ora, svolgere il proprio compito senza protestare e sopratutto seguendo il protocollo. I primi test erano semplici, un questionario, il test di Kamsiki e un piccolo colloquio per saggiare le risposte positroniche in modo da calibrare eventuali imprecisioni del suo codice,essendo l'androide una blade runner era fondamentale che fosse al 100% per svolgere il suo lavoro nel migliore dei modi.

    ◆ codice role Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT



    OT: Sono viva! Piena di kartoffeln ma viva! Mi scuso immensamente per l'attesa.
     
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  3. Jane Shepard
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    Comunicazione Staff: Ultima interazione dell'utente **stone** risale a più di un mese fa. Procedo con la chiusura e con la conseguente archiviazione del topic.
     
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