Storia dei Replicanti e della Wallace Corporation

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  1. Rain.
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    WALLACE CORP.
    La Wallace Corporation è il secondo e più all'avanguardia produttore della linea di replicanti Nexus, il successore della Tyrell Corporation, produttore dei replicanti originali della linea Nexus.

    La Wallace Corporation ha acquisito i resti di Tyrell Corporation, ottenendo il controllo non più solo delle culture biosintetiche, ma anche della tecnologia replicante.



    ROBOT POSITRONICI
    I robot con cervello positronico sono macchine al servizio dell'uomo prive ufficialmente di sentimenti. Le forme più avanzate sono dotate di una forma embrionale di autocoscienza.




    STORIA

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    I robot positronici sono stati inventati attorno agli inizi del 23° secolo e cominciarono ad essere prodotti ad un livello industriale. L'inventore, nonché fondatore della U.S. Robots & Mechanical Men Corp., che diede il via al processo di produzione, è Lawrence Robertson, il quale fu in grado di sostituire miglia e miglia di relais e di cellule fotoelettriche delle macchine di metà XXIII secolo con un globo spugnoso di platino-iridio, il cervello positronico. I primi robot erano goffi, non sapevano parlare e potevano essere venduti senza problemi sulla Terra.

    Le cose tuttavia cambiarono all'inizio del XXIV secolo quando la U.S. Robots, grazie ad Alfred Lanning, presentò il primo robot umanoide parlante, e ne avviò la produzione in serie.

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    Qualche anno dopo una nuova impresa: la Tyrell Corporation, portò avanti l'evoluzione dei robot alla fase NEXUS – un essere virtualmente identico ad un umano – noto come Replicante. I Replicanti NEXUS 6 erano superiori in forza e in agilità, ed inoltre erano uguali in intelligenza, rispetto agli ingegneri genetici che li crearono.

    Fu la goccia che fece traboccare il vaso: le associazioni dei lavoratori obbligarono i governi terrestri a vietare l'acquisto degli androidi sul loro territorio; la loro presenza quindi venne limitata agli scopi scientifici (mai domestici).

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    Dopo un sanguinoso ammutinamento di una squadra di combattimento di NEXUS 6 in una colonia Extra-Mondo, i Replicanti furono dichiarati illegali sulla Terra – sotto pena di morte. Squadre speciali di polizia – BLADE RUNNER UNITS – ebbero l'ordine di uccidere ogni Replicante fuggito definendo la procedura un semplice "ritiro".

    La U.S. Robots conobbe un periodo di recessione, da cui riuscì a risollevarsi soltanto spostando il proprio mercato dal pianeta al resto del sistema solare. I robot prodotti in quel periodo servivano soprattutto a estrarre minerali da asteroidi e pianeti, avventurandosi in luoghi dove mandare equipaggi era troppo rischioso.

    A metà del 24° secolo venne definitivamente proibita la produzione di replicanti e il Governo Mondiale smantellò la U. S. Robots, per varie motivazioni, alcune delle quali parzialmente legate ai difetti delle Tre Leggi. La causa principale però fu la presenza nella popolazione di un pregiudizio del tutto infondato, alimentato dall'ignoranza e chiamato "Complesso di Frankenstein" che rappresenta il timore viscerale che l'uomo artificiale possa ribellarsi al suo creatore.

    Agli inizi del 25° secolo la Wallace Corporation, un'impresa che produceva principalmente cibo bioingegnerizzato, acquistò la Tyrell Corporation, ormai in bancarotta.

    Dalla seconda metà del 25° secolo in poi i supercomputer positronici (chiamati genericamente "le Macchine") divennero il centro focale dell'economia mondiale.


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    Il fondatore della Wallace Corporation, Nyander Wallace, riuscì a convincere il governo che il controllo dei replicanti era possibile grazie alle nuove tecnologie. Le rassicurazioni, unite all'esigenza esistenziale di colonizzare nuovi mondi, resero possibile l'abrogazione della legge proibizionista riavviando la produzione dei replicanti. Ciò fu possibile anche grazie all'influenza politica acquisita da Wallace dopo il collasso degli ecosistemi avvenuto dopo la Terza Guerra Mondiale.

    E' stato infatti il pioniere dei progressi nel cibo geneticamente modificato e i suoi risultati in agricoltura sintetica, seguiti dalla condivisione gratuita dei suoi brevetti della tecnologia, hanno evitato la fame che minacciava la vita sul pianeta Terra e ha sancito definitivamente la globalizzazione mondiale, quindi è stato considerato da tutti un filantropista e un salvatore benevolo.

    I replicanti furono così reintegrati nella società. Con il tempo divennero sempre più sofisticati, capaci di non bloccarsi più con giochetti logico/semantici basati sulle possibili violazioni delle leggi della robotica. Passarono quindi dall'essere immensi giganti scava-miniere a gentili compagni d'ufficio.

    Tuttavia tutte le compagnie competitrici convennero nell'affermare che non è possibile limitare con certezza il comportamento dei robot e che presto o tardi si sarebbero rivoltati contro l'uomo .

    Nel 26° secolo i replicanti, prodotti principalmente dalla Wallace Co., continuano ad essere trattati con diffidenza e odio sulla terra; tuttavia non hanno più le sigle numeriche che li contraddistinguevano inizialmente, ma nomi propri, preceduti da "R." a indicare il loro status robotico.




    Descrizione del cervello positronico

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    Il cervello positronico è un globo spugnoso di platino-iridio, che può essere distrutto con "facilità" mediante l'esposizione ai raggi gamma.

    Data la complicatezza con cui il cervello funziona, spesso nemmeno i programmatori alla fine del processo sanno con precisione cosa uscirà fuori dal loro lavoro, e per questo la U.S. Robots prima e la Tyrell Corporation dopo, si affidavano a persone qualificate e di fiducia (collaudatori e robopsicologi) per collaudare i loro prototipi freschi di fabbricazione. Si è scoperto in questo modo che alcuni replicanti con lo "sviluppo" manifestano comportamenti inusuali - a volte persino con risultati sanguinari - perché la loro concezione della realtà è in qualche modo errata.

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    Inoltre, per costruire un cervello positronico, ci vogliono circa 75000 operazioni diverse, e dato che esse dipendono da un certo numero di fattori variabili che vanno da 5 a 105 (processo che è stato però ampiamente migliorato e raffinato), è sempre in dubbio il risultato finale. Una volta, a causa di questa incognita, venne costruito per errore un robot con cervello in grado di leggere i pensieri. Applicando invece un modello di geometria frattale agli schemi del dispositivo, si può permettere ad un replicante di sognare e di conoscere i veri desideri del suo subconscio.

    Un cervello positronico non deve per forza finire in un robot per essere utile; infatti, se costituisce il centro di elaborazione principale di un computer, può fungere da super calcolatore. Ed è questo quello che hanno fatto alla U.S. Robots: il cosiddetto "Cervello" , supercomputer dalla personalità di un bambino piccolo, è in grado di effettuare miliardi e miliardi di calcoli al secondo.

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    La naturale evoluzione di questo progetto, furono le Macchine, computer anch'essi positronici (che saranno poi la base dello sviluppo dei sistemi olografici Hai), che diedero un grandissimo contributo a tutta la razza umana: grazie al loro aiuto, infatti, venne inventato il motore iper-atomico che permise all'uomo di viaggiare fra le stelle.

    Il cervello positronico non è indissolubilmente legato ai suoi schemi positronici: infatti, tramite metodi altamente sofisticati, questi si possono trasferire da un supporto all'altro, permettendo così ai dati in esso contenuti di vivere per migliaia e migliaia di anni. Ed è proprio questo quello che ha fatto R. Daneel Olivaw con i suoi positroni, trasferendoli per ben 5 volte da un cervello positronico ad un altro, sempre più avanzato.




    LEGGI DELLA ROBOTICA


    Legge Zero

    Un robot non può danneggiare l'Umanità, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, l'Umanità riceva danno.

    1. Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno. Purché questo non contrasti con la Legge Zero

    2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Legge Zero e alla Prima Legge.

    3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Legge Zero, la Prima Legge e la Seconda Legge.


    Nota: La legge zero risulta essere estremamente complessa rispetto alla programmazione dei cervelli positronici dei robot, poiché postula che sia possibile, in qualche modo e qualche situazione, violare la prima legge della robotica (Nessun robot può recar danno a un essere umano) in funzione di un bene più ampio e duraturo dell'intera umanità. In pratica, un robot potrebbe uccidere un essere umano, in aperta violazione alla prima legge, commettendo un danno effettivo e certo, a fronte di un ipotetico e incerto bene per l'umanità.



    Edited by Data. - 10/11/2018, 21:58
     
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