Missione Mercenari N°4

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  1. pearloflight
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    i prese il tempo di osservare le reazioni dell'uomo, e non sembrò fare una piega davanti al suo modo di porsi a lei, con quella tipica ostilità maschilista di chi è abituato a essere adulato per la sua posizione e il suo conto, non a essere contraddetto o giudicato, soprattutto da una donna.
    "Non sono qua per giudicarla, mr. Daddy, ho solo sottolineato che l'occhio di chi fa certe cose per lavoro potrebbe essere più attento e scorgere più dettagli" affermò in modo diplomatico, il tono freddo di chi non apprezza particolarmente dover essere ragionevole con una persona spregevole, ma pur sempre diplomatica, professionale. In fondo, per quanto abbia deciso di abbandonare lo stile di vita comodo e agiato in cui è cresciuta, le servono i soldi per tirare avanti, ed è raro trovare belle persone per cui lavorare. "Io non sarei mai in grado di fare bene il suo lavoro, per esempio" terminò con una scrollatina di spalle, come a regalargli un merito, dandogli un piccolo contentino per non contrariarlo troppo, senza aggiungere un "per fortuna" alla fine, che si risparmiò per il bene di tutti.
    Non essendo una persona in grado di leccare il culo al prossimo, la sua diplomazia si fermò lì, e si limitò quindi ad annuire solamente alle affermazioni successive dell'uomo, preferendo concentrarsi sul contenuto della borsa.
    Sfogliò i giornali, soffermandosi sulle date, le sopracciglia basse e le labbra leggermente tirate in un'espressione di concentrazione.
    Considerato che si trattava di stampe malridotte che venivano prodotte e distribuite ormai solamente al primo livello, probabilmente Mike viveva lì, oppure la persona con cui aveva collaborato per organizzare quel furto andato male doveva vivere lì.
    Per quanto poteva saperne, un androide con coscienza particolarmente sviluppata poteva anche provare empatia per un umano o un altro androide al punto da fare pazzie per salvarlo o aiutarlo, e di sicuro non avrebbe escluso quell'opzione dai potenziali scenari che si stavano facendo strada nella sua testa.
    Stirò per bene l'etichetta della borsa, lisciandola coi polpastrelli, fermandosi con lo sguardo sul numero di produzione dell'oggetto. Si prese qualche istante per ragionare su come muoversi, senza mai degnare Daddy di un'occhiata, troppo concentrata sul proprio lavoro per badare a lui.
    Mormorò un comando vocale di inoltro chiamata a Lucas, il primo netrunner con cui collaborava in quel periodo che le venne in mente, e una sottile striscia di luce azzurrina le si disegnò attorno all'iride nocciola.
    "Hey. Ho bisogno solamente di un favore veloce, a buon rendere. Dovresti risalire al venditore e all'acquirente di questa sacca."
    Il tono di voce distaccato lasciava intendere non fosse sola e non potesse dilungarsi in chiacchiere inutili, quindi si limitò a zoomare sul numero di produzione per poterlo inviare direttamente a Lucas.
    "Mandami le informazioni quando le hai trovate, ci risentiamo."
    Chiuse la chiamata e la luce azzurrina sparì, lasciando spazio a uno sguardo serio e sempre marcato da una certa diffidenza.

    "Intanto andiamo" annuì verso Daddy, e si preparò a seguirlo per i corridoi del locale per essere condotta dalla prima della lista, Ruby, che dal modo di fare scocciato sembrava tutto tranne che una rubacuori.
    Osservò in silenzio il suo modo di fare ostile verso il suo boss, restando impassibile, ma in fondo come si poteva non biasimarla?
    Sbatté le palpebre una sola volta, quando l'uomo si rivolse alle sue dipendenti chiamandole "puttane", ma non disse nulla.
    "Grazie" fu l'unica parola che snocciolò quando finalmente lui si decise ad annunciare il suo commiato, e gli rivolse un semplice cenno del capo.
    Aspettò di vederlo lontano per voltarsi verso la ragazza, cercando immediatamente il suo sguardo con il proprio, in modo diretto e senza alcun indugio.
    "Ruby, giusto? Io sono Max" si presentò, senza porgere la mano, certa che chi lavorava lì dentro non avesse voglia di perdere tempo in convenevoli, senza contare l'ovvia diffidenza della ragazza nei suoi confronti.
    "So che la situazione e il posto non sono i migliori, e che ricevere domande è l'ultima cosa che vuoi in questo momento, ma sto solo cercando di fare il mio lavoro. Non per Daddy, per me stessa" sottolineò, come a voler creare un netto distacco tra sé stessa e quell'uomo odioso, e sicuramente il disprezzo per quel genere di persona era qualcosa che le due donne avevano in comune. Era nel suo interesse farglielo capire, sia per la buona riuscita dell'interrogatorio, sia per solidarietà femminile.
    Aspettò che Ruby rispondesse, in modo da capire se il suo atteggiamente potesse cambiare e le sue difese abbassarsi, prima di proseguire, cautamente.
    "Tu e Mike eravate amici?" domandò, inaspettatamente, invece di iniziare con le solite domande con cui si comincia: "eravate in turno assieme, a che ora hai staccato, eccetera?"
    Se aveva imparato qualcosa in quegli anni, era che l'approccio familiare e puntare sull'empatia pagavano più che usando il distacco mostrato invece con Daddy.


    Max Meyer

    umana, mercenaria

    [x] scheda - [x] memo - starring: natalie portman
    code role © Akicch; - NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT
     
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17 replies since 19/10/2018, 14:09   670 views
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